220 l’insegna del mio grado; che non volli verun brevetto, tuttoché ogni altro graduato, e a buon diritto, Se V avesse; che il 23 marzo a sera (passato il pericolo) diedi al Generale in capo lettera di rinunzia; che la ripetei al protocollo il' 27 detto; e che non essendo stata accettata dovetti rimanere al mio posto fino ad oltre un mese prima delia caduta della Repubblica; quando, convinto di non poter far nulla a prò’ della Guardia, e' nulla a prò’della patria, per la ostinazione del Governo Manin, produssi nuova istanza, e lasciai coutemporaneameute l’uffizio. Parlo cose notorie : ma il protocollo del Cornando della Guardia ne somministra la prova ; giacché il signor Mattei non conosce altro libro che il giudiziario regolamento austriaco del processo civile. Quanto finalmente alla mia ricchezza ed a’ miei svergognati artifizii per sottrarmi alla tangente del prestito di lire 3000, e non 2000 (che fa mille più mille meno quando trattisi di calunniare?), la cosa è semplice. Uno stabile in Venezia, per cui ricusai lo scorso anno lire 450 mila e che or non mi darebbe a .gran pezza le 109 mila che F aggravano : un podere sui colli Berici del valore di circa lire 80 mila, desolatomi nelle ultime vicende di Vicenza, e forse mal atto oggidì al pagamento dei debiti inscritti di Aust. lire 30 mila; poco mobiliare di mia abitazione; qualche credito di libro, e la mia industria: ecco tutto il mio stato. A quei cari gioielli delle Note ipotecarie aggiunsi un Biglietto di Monte di quasi tutta la mia poca argenteria, impegnata, come dissi, oltre un anno fa, e una sollecitatoria del maggior mio mutuante per F interesse testé scadutomi e non pagato; e dissi che per oltre due mesi avea tenuto chiuso il mio studio per servire alla Pàtria, e che le presenti circostanze mi rendevano infruttifera la professione, li Ricorso mi venne rigettato due volte perchè non aveva pagato il terzo: mi si fece il pignoraménto; e chi sa che il dottor Màttei possa benanco gioire di vedermi ricoverato colla famiglia da un fitta-letti? Ma io feci ivi cenno di certo broglio che m’impediva la percezione d’altra sostanza: ed il sig. Mattei, che ha la coscienza d’avervi la sua parte, informato del ricorso da un suo pari, credette chiudermi la bocca sciorinando l’articolo anzidetto senza capo è senza coda, senza nesso e senza scopo, tranne quello di calunniarmi ponendomi allato altre persone onde celare il suo vero movente. Quanto meglio non avrèbb’egli fatto consigliando al Governo d’oggidì la revoca d’una legge inumana qual si è quella che vieta il ricorso a chi non ha il come versare il terzo ; mostrando come fosse invece da porsi una base al prestito nella denunzja in parola d’onore dello stato approssimativo delle famiglie; come malamente si affidasse la ripartizione del carico a certo Notaio nella ignoranza di fatto de’suoi colleghi; e come fosse dedicato il pubblicare la lista dei nomi e delle somme tassate' Ma il sig. Mattei, lo ripetiamo, non è uom da consigli, è uom da calunnie. Del resto voi avreste bene, sig. Mattei, a stupire della mia povertà sJio avessi aperto cattedra di maldicenza contro tutti i miei colleglli pei rapir loro i clienti, a rischio d’acquistarmi il nome di pirata e divenire il rifiuto del mio ceto: se. assunta la difesa di un cedente i beni, avessi