282 eli conservare libera Venezia (1), « ordinava che le leggi austriache frenassero gli scrittori; e lasciava dire agl’interpreti suoi che il voler avventurare giudizii sugli atti della polizia è un abusare la libertà della stampa (2); e nel muovere processo criminale per una freddura il cui intendimento potrebbe non essere irriverente al re, lasciava senza ripren-sione parole indegne contro il nome di Pio; e non essendo seguiti nella città intruppamenti tumultuosi, egli per fare onore al paese innanzi agli stranieri ed a’posteri, ristampava le leggi austriache contro gl'intruppa-menti, quelle leggi che minacciano carcere duro a vita o a vent’ anni, minacciano cinqu’anni di carcere duro » ai correi, a misura del pericolo, del danno o della partecipazione avuta «; della quale misura sarebbero giudici, ognun sa come giusti, l’odio o lo spavento. Nessun dirà che facesse atti da ispirare fiducia il governo del luglio allorché vietava ai giovani delle scuole esercitarsi nell’armi più che una volta la settimana, quasi che il paese fosse, come a’tempi di Napoleone, agguerrito, quasiché tulli gli esempi imperiali fossero in guerra di libertà da seguire; allorché lasciava la guardia'civica nel suo languore, scontenta, in buona parte, de’capi pubblicamente insultati; allorché mostrava diffidenza di lei, togliendole alcuni posti, dandoli alle milizie assoldate, e poscia all’annunzio della sconfitta rendendole alquanto più di potere e di vita; allorché provocava la di lei pazienza a dolersi di un recente decreto, nel quale, alla maniera austriaca, gli spedienti proposti ad abolire l’abuso varrebbero a ratificare l’abuso. Queste cose non dico ad oziosa enumerazione di quelli ch’io reputo sbagli, ma perchè reputandoli tali, è mio dovere additarli a fine che la pubblica opinione li giudichi, e faccia a’commissarii manifesta la sua volontà. Il governo del luglio ha della guardia un concetto ch’io oserei dire sbagliato, se sta tutto in queste parole: » l’onorata e zelante guardia civica guarentisce l'ordine interno (3) «. Di qui parrebbe che i titoli d’onorata e zelante debbano ad essa bastare, bastarle 1’ uffizio del guarentire l’ordine interno, come ministra al prefetto dell’ordine pubblico e questo pure aiutato dalle milizie diverse, le quali incuorino l'onoratezza di lei, e il suo zelo puntellino. Ma altri si forma ben più alto concetto de’diritti e doveri della guardia in città minacciata da’nemici, in città a cui potrebbe parte de’presidii militari mancare per subita dipartenza o per malattia, in città che ha grande bisogno di,scuotere la sua sonnolenza, e, come il governo modestamente dice: » andar incontro alla soccorrevole mano fraterna colla coscienza d'aver fatto anch’ella quanto mai si potesse (4) «. Io non so se il governo creda aver fatto il possibile pei' dare abitudini bellicose a questa città mandando la banda musicale a suonare colle trombe di guerra qualche aria di teatro, e a rendere più carnevalesca che mai la piazza di S. Marco, la quale per secoli risonò canti di preghiera coraggiosa e di vittorie comprate col sangue. Non so se il (1) Decreto 9 luglio. (2) Gazzetta 12 luglio. (3) Decreto 2 agosto. (Ì) Decreto 20 luglio.