460 Il Generale si portò da Sacile la sera stessa a Couegliano, e il 26 passò il ponte della Priula senza però avere l’intenzione di distruggerlo, e si recò a Spresiauo per colà prendere ulteriori determinazioni. Credendosi appoggiato a sinistra dal corpo del Colonnello Ferrari, e a destra da quello di Zambeccari, egli dava le disposizioni per costruire una specie di testa di ponte alla Priula sulla sinistra del Piave e riunirvi alcuni pezzi di artiglieria che gli si inviavano da Treviso, allorché nel 27 rilevò da una lettera del Colonnello Ferrari che il suo battaglione erasi formalmente rifiutato di partire da Treviso, e che dei 600 uomini che dovevano fino dal giorno prima essere in posizione a Narvesa, appena 120 avevano volontariamente e per le sue preghiere e lagrime consentito (I) a seguire il maggiore Saminaritani. Nel tempo stesso il Colonnello Zambeccari. gli riferiva di avere obbedito all’ ordine di portarsi a Barba-rano, ma lo preveniva che egli era sprovvisto di capsule, e che per conseguenza era fuori di stalo di far fuoco per qualche giorno, perchè bisognava di ricorrere a Bologna onde averne. Il Generale istrutto inoltre dai veri o falsi rapporti fattigli (2) che un corpo di nemici fosse riuscito a passare il Tagliamento e marciasse sopra Sacile e Gonegliano, dovè decidersi ad abbandonare ogni idea di difesa sulla riva sinistra del Piave e limitarsi a distruggere qualche arco del Ponte della Priula, ciò che léce eseguire nella notte dal 27 al 2N. Sventura volle che un forte vento di Ovest impedisse di padroneggiare il fuoco che appiccato in principio ai tre primi archi più vicini della riva destra, dove il corso dell’ acqua è più considerevole, si comunicò tosto a tutto il ponte chi fu in quella sola notte intieramente consunto in tutta la sua lunghezza. Certamente il ponte non sarebbe stalo allora distrutto se le due posizioni di Narvesa e di Barbarano avessero potuto essere difese come avrebbero dovuto esserlo dietro gli ordini spediti da Sacile, e se il prossimo arrivo del corpo regolare del Generale Durando fosse stato conosciuto dal Generale della Marmora che l’ignorava ancora il giorno 28, e credeva quel corpo ad Isola della Scala. Tali sono le veritiere circostanze che provocarono e accompagnarono la subitanea distruzione dei classici ponti del Tagiiamento e del Piave; tale fu la posizione dell’oificial Geueral Piemontese che ignorando ancora l’arrivo d’un vicino soccorso di truppe regolari Pontificie e non potendo contare sul corpo assai debole del quale allora disponeva, doveva avanti tutto coprire la città di Treviso ed arrestare ad ogni costo la marcia (i) Il Corpo degli ufficiali del Battaglione del Sennio fece a questa occasione un> protesta nella quale si trovano le seguenti parole: » Noi insistiamo presso di voi n“' tu stro colonnello affinchè ci rendiate al nostro sovrano, e ci rimettiate sotto gli ordii" « del Generale che lo rappresenta T^fon inteudiamo di obbedire a qualsiasi altra ppr' « sona. « , Questo curioso documento rivestito da firmo degli ufficiali del Sennio si trov* nelle mani del Generale della Mai inora che non voile pubblicarlo per 1’ onore delle armi Italiane. (a) È dura cosa il dover confessare che l’armata italiana era nella Venezia mal* simo Servita di spionaggio, perfettamente il contrario delle truppe Austriache; dacrn l’antico «pionaggio Imperiale lasciò nella popolazione radici profonde e numerose.