246 più volte protestò di non volere la guerra. Ciò nullanieno le truppe pontificie, e gli Svizzeri da lui assoldati, pugnarono contro l’Austria a Treviso ed a Vicenza, e vinti capitolarono, obbligandosi per 3 mesi di non riprendere le armi contro l’impero. Guai a loro se violassero i patti ! Tengo registrati i loro nomi, e lo sleale, che cadesse nelle mie mani, non avrebbe da attendere che il meritato supplizio. Le mie mosse sono dirette contro le bande che si chiamano Crociati, contro i faziosi che, in onta al proprio governo, si affaticano d’ingannare il buon popolo con menzogne e solismi, e d’infondere un odio ingiusto ed assurdo contro una potenza sempre stata amica. Trenta e più anni or sono, l’Austria conquistò le legazioni, considerate il gioiello degli stali pontifìcii, e le restituì con nobile disinteresse al legittimo sovrano. Le continuate amichevoli relazioni e i reciproci riguardi di buon vicinato doveano raffermare sempre più la pace fra i due popoli; se non che, un abbominevole fanatismo, la smania di arricchirsi e d’ingrandire a spese del popolo, e le mire ambiziose per arrogarsi il governo medesimo, crearono un partito sempre irrequieto, che cuopre il vostro pacifico e fertile paese di miserie, di guerra e delle distruzioni, che ne sono le inseparabili conseguenze. È ormai tempo di porre un argine a tanto disordine: dove la me della ragione non potrà penetrare, mi farò ascoltare coi miei cannoni. Lungi da ogni idea di conquista, mai coltivata dall'Austria riguardo al vostro paese, giacché diversamente ne avrebbe con tutto il diritto conservato il possesso 30 anni fa, io intendo solo proteggere i pacifici abitanti e conservare al vostro governo il dominio che gli viene contrastato da una fazione. Guai a coloro che si mostrassero sordi alla mia voce, od osassero di far resistenza! Volgete lo sguardo sugli ammassi fumanti di Sermide! Il paese restò distrutto perchè gli abitanti fecero fuoco su’miei soldati. Dato dal mio quartier generale di Bondeno, 5 agosto 1848. Il tenente maresciallo comandante l’armata di riserva WELDEN. Questo proclama, (soggiunge la Dieta Italiana) fu aflisso in varii punti di Ferrara da un picchetto austriaco, alle 7 antimeridiane del -agosto. Alle A pomeridiane qualche copia manoscritta correva per le mani di alcuni di noi, e ier sera tutta la città ne era in tal modo istruita, l'impossibile il descrivere l’ansia del popolo. Eppure siamo giunti al mezzodì d’oggi, e il suddetto proclama non fu ancora affisso in città, e il nostro governo e il nostro municipio non hanno fatta neppur nota veruna risoluzione, nonché pubblicato verun provvedimento ! La storia renderà a ciascuno la dovuta giustizia.