439 sione di sorta, senz’arte, senza alcuna pensione; e per soprappiù e*i-ijendo il Governo da ogni ceto di persone, denaro, effetti preziosi, biancherie, panni; di modo che il Governo indirittamente ha tolta alla classe suddetta dei poveri vergognosi, persino la impossibilità di essere sorretti, rimanendo anche i ben disposti a farlo del tutlo impediti. È ben vero che l’affliggente misura è raddolcita dalla consolante sicurezza : non poter presupporsi che il Governo (ed in Esso i Concittadini nostri) spogliasse tutti di tutto, persino i più limitati individui; se non calcolasse sulla certezza dell’ intervento armato in tempo utile, di qualche grande Potenza, reso inevitabile, all’Italiana indipendenza: alla patria salvezza? Ora che più rimane a tanta desolazione, se non perire d’un colpo; o nelle Sale, fra i defunti, dell’Ospizio degli infermi .... Misera calpestata umanità ! ! ! Dopo un tal quadro preciso di verità commovente le pietre, nell’idea del destino della classe di questi mendici vittime della frenesia, o del suicidio ; concitante 1’ umanità, per 1’ atroce abbandono in cui lasciati : chi oserà più porre in dubbio, che i decaduti, e l’attuale Governo fosse del tutto ignaro di queste verità? E diiratli, fra Nazioni civilizzate, è mai presumibile la sussistenza di un Governo tanto barbaro e ingiusto, che non potrebbe sussistere fra i Beduini? Ma si riferisca il passalo alla sentenza: Unisqaist/ue in Pro\incia sua. Dopo di tuttociò: per uno spirito di moderazione, non entrando Egli in massima a prender parte, in ciò che noi risguarda ; il sottoscritto non si sarebbe mai accinto a versare, benché orrevole, su tale argomento se, pei motivi nella sua stampa 45 Luglio p. p. descritti. Egli slesso non si atlrovasse pur troppo nel caso preciso sopra indicato ; senza poter attualmente rinvenire sulle tante di Lui ben note azioni private e pubbliche nemmeno (fra le altre di sommi danni inferitigli e dell’ indennizzo del suo Forte ben noto. e tuttor resistente) nemmeno con rovinosi Contratti di sorte, su ciò eh’è, con ogni calcolo morule, assicuralo: niuna riparazione all’ orrendo infortunio. Forse però il Genio tutelare della Patria di nuovo elevalo a Preside del nostro Governo, colle rapide idee dell’Aquila (come lo accenna il nostro valente Perusini nella sua stampa 28 Marzo passato) riunendo nella fervida mente tutti questi falli; conoscerà che l’umanità, il pallio decoro, e la stessa politica una pronta riparazione richiedono. In difetto, però non supponibile, fino ad una attivala sufficiente provvidenza è il sottoscritto suo malgrado costretto di gettarsi in braccio de’ suoi Concittadini quali fratelli, però di quelli soltanto capaci di umanità, invocando ufficiosamente da loro (non però a titolo di nobile questua, ma di grazioso prestito) una sottoscrizione di temporario sovveni-menlo, come nella carta che verrà loro presentata^ assumendo quel mensile esborso che cadauno dei lìrmanti, vorrà compiacersi di fare^ ben lusingandosi il sottoscritto che il comunemente ritenuto svincolo feudale, lo ponga in grado di supplire quanto prima alle conseguite sovvenzioni. Adunque segnatamente poi si rivoglie il sottoscritto alla classe Nobile de’ suoi Concittadini ; appartenendo Egli a questa; ma però, di Essi,