365 duta l’esperienza del passato, l’esperienza di questi due mesi e ¡ pericoli che sovrastanno, dovrebbero disingannarli. Una monarchia costituzionale, fondata sopra larghissime basi democratiche, l’ha il Belgio; e noi senza andare a far prestanza dagli stranieri, ma studiando nella nostra storia, nel buono e ne! cattivo che vi fu negli ordinamenti successivi a cui soggiacque l’Italia dai tempi romani sino alla caduta delle nostre repubbliche, nel carattere della nazione in generale, nei bisogni della sua intcllw genza e nello spirilo dei nostri municipi], potremo ricavare una costiluzione tale da assicurare il nostro presente e futuro ben essere. Nella fondazione di un regno d’Italia otteniamo già 1!unificazione di una gran parte della penisola che poco fa era divisa in quattro stali; e con uno statuto pragmatico sui matrimoni e le successioni de’principi italiani, si può preparare un elemento di futura unione degli altri stati da operarsi senza violenza, e indipendentemente da altre fortunose eventualità. E finalmente un regno di dodici a tredici milioni di abitanti, colla capitale di Milano, che è la più centrale di tutte, e dove vanno naturalmente ad affluire tutti gl’interessi materiali dell’alta Italia; col possesso dei più grossi fiumi e delle migliori fortezze, e coi due grandi porti di Genova e di Venezia, con un budget di 200 milioni che il commercio e l’industria promossi da un governo nazionale potranno spingere fino a 250 milioni , con un esercito di 200 mila uomini ed 800 mila guardie nazionali, è tale da poter tutelare l’Italia. Non parlo delle eventualità che può presentare la Sicilia. I! regno di Prussia ha J6 milioni di abitanti e 200 milioni di reudita, e sebbene quel regno sia disgiunto in due parti, e che l’irregolare sua disposizione topografica non sia punto da compararsi alla bella e compatta forma del regno d’ Italia, e che mauchi affatto di marina, pure, grazie alla sua buona organizzazione militare, essa occupa un posto fra le primarie potenze, tiene in bilico l’influenza dell’Austria in Germauia e basterebbe essa sola a respingere un’ aggressione della Russia. Si dice che la Francia non vorrà; che l’Inghilterra si opporrà: quanto all’ Inghilterra è certo che non sarà molto conlenta di un regno d’ I-talià destinato a diventar potenza marittima; e che si accomoderà più di buon grado all’ esistenza di alcune repubbliche lombardo, ed insisterà perchè Venezia, Trieste ed il Veneto restino all’Austria, la cui potenza marittima non le ha mai dato fastidio. Ma questo è appunto ciò che non deve accomodare a noi. Con delle repubbliche picciole, deboli, discordi saremmo noi liberi al di dentro e indipendenti al di fuori? Se il Veneto è in mano all’Austria, quale sarà l’indipendenza de’Lombardi? In venti-qnattr’ore l’Austria può invadere tutta la Lombardia ed essere in Milano prima che il gran consiglio repubblicano abbia il tempo di adunarsi. O la Lombardia farà dipendere la sua indipendenza dal protettorato della Francia? La bella indipendenza alla fè ! Sarà come l’antica repubblica di Ragusi stretta fra i Turchi e i Veneziani, libera di nome e schiava di fatto. È meglio non parlarne. Quanto alla Francia, sia ella pure una repubblica, sta nel suo interesse che nell’ Italia settentriouale sorga uno stato forte ed idoneo a garantire l’indipendenza di tutta la penisola contro gli .attentati dell’Austria.