304 mouteie grida all* armi . si balle la generale in lutti i corpi di guardia. Le campane suonano a stormo. La popolazione si rianima. A malgrado di una dirottissima pioggia, le contrade formicolavano di uomini armati. Il rumore del calinone si avvicina. Ore 4 pomeridiane. Radetzky è a Gambaloita fuori di porta Romana (2 miglia). Succede un accanito combattimento. I Tedeschi sono respinti colla perdila di tre pezzi di cannone e di 500 uomini tra morti e feriti. Dei nostri due morti t pochi feriti : ma si dovettero abbandonare due cannoni, che vennero però gettati in un fosso. (Come si conciliano questi fatti?) Finalmente il Comitato di pubblica difesa dice che può contare sull’alleanza francese. Questa notizia infonde nuova vita in tutti gli abitanti. Le barricate del marzo sono risorte come per incanto in tutta la città. Altri cinque giorni di resistenza e la vittoria è nostra . . . Giorno 5_, ore 8 antim. I bastioni sono zeppi di guardie nazionali. — Sin’ora nessun fatto importante, tranne una guardia nazionale morta e due feriti. Il cannone tace. Si dice che i due incaricati inglese e francese stiano parlamentando con Radetzky. Ore 8 Ire quarti. Sento che questa notte l’inimico fu cacciato lontano cinque miglia e che lasciò in nostra mano cinque pezzi da campo ed un cassone di muuizioni. — Si assicura la venuta prossima di un corpo di volontarii svizzeri. E giunto, ossia retrocesso il General Garibaldi, con lutto il suo corpo, ingrossato d’ assai. Sono le IO poni. L’inimico è a porla Vercellina. Poco anzi sentii a raccontare un fatto ributtante ed eroico ad un tempo. Un bersagliere piemontese aveva fatto otto tiri e sempre con successo. Un contadino, che gli era vicino, lo stese a terra morto con un tiro di pistola mentre ci fissava per fare il nono colpo; e, dopo commesso quell’assassinio, gridò: Uccidetemi pure, ch’io sono pagato da Radetzky. Difatti ei venne subito finito a colpi di baionetta. Oggi poi si sono arrestati molti Tedeschi, che si erano introdotti in città travestiti da contadini. Ma i nostri monelli li conoscono all’ odore e sono sempre dessi che li scoprono. Sono k undici. Il cannone tace, ma il suono delle campane continua. Altre lettere ci dicono che vi ha penuria di vettovaglia. E una calunnia austro-gesuitica, sparsa ad arte dai nemici dell’ Italia, c*le i Milanesi abbiano fatto fuoco sui Piemontesi. Alessandria 7 agostoore 8 di mattina. Un nostro corrispondente ci scrive che gli articoli della capitolazio-lle; seguita tra Radetzky e Carlo Alberto, sono i seguenti : 1. Cedere Peschiera nello stato in cui si trovava. 2. Permettere alle truppe sarde di ritirarsi al Ticino, mediante la lcsaj^ovvero la cessione di Milano e di tutta la Lombardia. 5. Di ritirarsi con armi e bagagli, e libero a tutti quei Lombardi, le desideravano di entrare in Piemonte, di seguire 1’ armata sarda.