autorità, respingerà F indebito tentativo; ma non per questo si credono meno in dovere di far pres^Bliro il loro volo perchè siano tenute ferme le deliberazioni del Gomitatogli sorveglianza e della Prefettura dell’ordine pubblico, ed anzi perchè il giornale Fatti e Parole sia intieramente soppresso. 11 primo diritto, o meglio il primo dovere di un Governo quello si è di conservare la tranquillità dello Stato. Chi attenta alla medesima si pone fuori della legge, non può approfittare dei diritti di cittadino, e richiama aflzi sul suo capo le censure e le punizioni. Venezia, nella condizione in cui si trova, cinta da ogni intorno da’suoi nemici, abbisogna di tutta la concordia, ili tutta la uniformità de’sentimenti de’suoi cittadini. E questa uniformità, questa concordia, risultò eminente nelle deliberazioni dell’Assemblea rappresentante la intera nazione. Che se in ogni caso sarebbe punibile il tentativo di turbata tranquillità dello Stato, molto più dev’ esserlo allorché si opponga ai principii stabiliti dal libero e maturo Conforme voto della nazione stessa. Il giornale Fatti c Parole, tanto più pericoloso, quanto più vestilo delle apparenze di popolarità, si oppone ai principii dall’Assemblea stabiliti, mira a distruggere l'opera della volontà del popolo, e tenta indurre la discordia, quasiché le nostre discordie non fossero state per tanti secoli la rovina d'Italia, 1‘impedimento alla sua nazionalità, e non dovessero in questo, più che in qualunque altro momento, riuscire fatali. Il giornale Falli c Parole deve quindi essere soppresso, come dovrebbero sopprimersi tutti quelli che ne seguissero le vestigia, poiché la libertà di stampa non importa nè licenza, nè sovvertimento degli ordini dello stato, nè attentato alla pubblica tranquillità ed alla nostra più opportuna difesa. E noi cittadini, animali dal vero bene della nostra patria, chiediamo la soppressione di quel giornale, alla cui redazione presiede chi non rese ancor nota la sua, e che disco'noscendo il suo carattere sacerdotale, osò con questi ineriti arrogarsi la istruzione del popolo, quasiché esservi potesse vera libertà senza religione. • Quanto poi alla Staffetta del Popolo, sarà tenuta ferma l’anteriore deliberazione, procedendosi già in via regolare contro i tipografi e contra l’estensore, l’ultimo de’quali può consolarsi di aver comune la sorte con un Girardin, che in mezzo alla più liberale delle nazioni, per l’indole dei suoi scritti, veniva posto in carcere e processato. Uberti Giovanni Moro Luigi Pad uan Cesare Puriziol Pietro negliano Paolo rdin Pietro Sii vadori Antonio Couegliano Giacomo Sfnzognio Luigi Dal Moro Domenico Puriziol Antonio Bonlini Pietro Veglianetti Giovanni Ranzanici Stefano Gioì io Giuseppe Ferro Francesco Tezza Gio. Maria Palatini Alessandro Nacosa Augusto Feltre Luigi Tezza Alessandro Dal Moro Luigi Selva Antonio Zanini Odoardo Biasin Gaetano Begio Biagio Pusiol Francesco Slrata Annibaie Alberimi Luigi Altadonna Giovanni Selva Gio. Battista Puriziol Giovanni.