302 42 Agosto. Concittadini ! A che si perde il tempo in discutere, ore fa d’uopo combattere, « combatter presto ? Già il nemico è su gli orli delle nostre lagune, ed apparecchia gli approdi per assalirci e bombardare le nostre fortezze! — Bando alle dissensioni; e stretti in un patto invochiamo in aiuto il Dio degli eserciti, preparandoci a vincere od a morire. Rammemoriamo il valore degli avi nostri; e le gesta loro di guerra non sieno state stampate a sterile passatempo ed a gloria vana di degenerati nipoti. Che di-rebbero, se fossero in vita tra noi od essi od altri generosi italiani, che comperarono la libertà a prezzo di sangue, se iu questi gravi momenti ci vedessero cosi discordi; e nelle ore diurne e notturne zeppi i caffè e le bettole di giovani robusti, ma oziosi; perduti Ira i canti ed i suoni d’istrioni e di citarede; invece che essere concentrati nel solo pensiero della comune patria periclitante. Qual vergogna il vedere molti de’nostri che, appena udito il bisogno di accorrere alle armi, condussero moglie, per esimersi con tal mezzo dal giovare col braccio alla patria; e fumando il sigarro e con la sposa ai lor fianchi, ostentano di gridare: viva la indipendenza italiana? E qual rossore ed infamia altresì per que’vegeti e sani concittadini, che in sì fatali emergenti di periglio comune, anzi che piangere sui trucidati fratelli, ed aspirare di vendicarli, intrecciano danze ne’pubblici giardini, e nel campo stesso di Marte in faccia al cannone nemico; come abbiamo il dolore di scorgere tulto giorno a disdoro della nostra povera patria! —Or, in tale mollezza di vita, e sregolatezza di costumi, che possiamo aspettarci? — Yel dirò io: i più forti diverranno pecore imbelli, ed agnelli timidi da macello in faccia al furore dei lupi! Ah troppo ormai di vergognosi esempli veggonsi attorno di tale ab-boininata indolenza! Lodo bene ed assai che la pietà degli avi, non mai venuta meno in Venezia, ci guidi ad invocare il divino aiuto dalle nostre chiese; nè mai cesserò dall’infiammarvi di avere in Dio il vostro sommo rifugio: ma come dopo questi atti di religione, abbandonarvi del tutto in fare risonar le piazze, i trivii, i canali di allegre canzoni popolari e di festevoli orchestre, quasi attendiamo dal cielo un meritato miracolo a favor nostro? — Questa vita di molli ed effeminati Alcinoi non fu mai lodata in razze vere di uomini; e sarà sempre abborrita in nazione stretta d’assedio, e con imminenti pericoli ehe le sovrastano o di morte o di servitù! — Ricordatevi che le mura di Sparla erano i petti dei cittadini; e le armi loro, il coraggio : che senza sangue non fu mai riacquistata la libertà di patria : che per tal mezzo i moderni eroi della Grecia Botzari, Zavella, e cent’altri italiani nostri resero immortale il loro nome. Or noi imitiamone gli splendidi esempii in questi giorni di morte o di servitù. Ma abbiamo soprattutto dinanzi agli occhi la città sorella, la eroica Milano. Su via pertanto o Concittadini, destatevi: accrescete della nostra civica milizia le schiere; e, scelto il numero de’giovani i più vigorosi accorriamo ai Forli per darvi il cambio ai generosi fratelli Lombardi, R°'