372 Crociati, alla riscossa. Questi felloneschi teutonici hanno essi mantenuti i patti, guardato il diritto delle genti ? E noi con essi ci dovremo credere obbligati alle nostre convenzioni? Oh! no per Dio! Fratelli nella croce italiana, all’armi alParmi. In qualunque parte vi trovate, datevi convegno guerriero, e Forlì, o altro luogo ripeterà meglio il voto subito espresso dalle nostre popolazioni, e subito manifestalo dai nostri giornali. Fate di avere con voi vecchi e nuovi cannoni, le arme di ogni fatta, le necessarie munizioni. Basta volere, e tutto si rinviene. Un Welden ci irride, ci provoca, e noi saremo figli di Romagna, di Marca, di Umbria se ci lascieremo svillaneggiare da un tale tedesco, e calcare ignominiosamente da tale barbaro? Pera il giorno in cui per la prima volta misi e predicai la croce d’Italia se ella avesse ombrato petti capaci di tanta viltà! Crociati ! voi uscirete, giacché importa ogni nostra salute, e la futura nostra Indipendenza l’armarci oggi per tenere lontane dalle nostre terre le orde dei lupi da altri lupi ingrossate, anziché troppo tardi accingerci a discacciarle dalle nostre stesse più belle e forti posizioni. Crociati! L’esempio non pur di Sermide, ma dell’intera Lombardia vi metta sulF avviso che conviene o combattere i Tedeschi colla gran probabilità di vincerli, o morire per mano di Tedeschi se noi li lascieremo liberi entrare alla patria e alle case. Crociati, Crociati ! per gli stenti delle nostre marcie, per i pericoli delle nostre battaglie, non ¡smarrite l’animo ed il consiglio a questo frangente. Dove è Welden, se risoluti sarete a contrastarlo, voi lo vincerete. Ma oggi e non domani, perchè tutto il settentrione si è passata la voce di calare in Italia a sfamarsi e a vestirsi a prezzo di nostra nazionalità; oggi e non domani, perchè è nelFimpeto delle schiere e delle mosse che si rompono le file degli automi e dei saccheggiatori; e non domani, perchè i tedescanti che avete nel seno, appena un poco di tempo che loro concediate, prepareranno al loro fratei maresciallo la usata via dei tradimenti. Crociati! Se potrò rompere la doppia sbarra che da voi mi divide, 10 verrò tosto a concitarvi della parola, per esservi innanzi nell’esempio 11 dì della pugna: che se nel portare che io fo la pena della indolenza di due governi nella guerra italiana io fossi impedito di oggi raggiungervi, il giorno che vi sappia riuniti io troverò una via per non mancare al mio posto, l’ho promesso, e mi vi manterrò. Disponetevi dunque alla impresa di reggere al barbaro e dargli di cozzo; e riaggruppati che siate, vedrete me avanti tutti, non come condottiero, ma come primo al perico- lo per dividere con voi la vittoria, e per mostrarvi il modo come si dee morir per la patria. Crociati! a rivederci il giorno del bacio delle armi. Fate che sia subito. Genova, 9 agosto 1848. D. Alessandro Gavazzi Barnabita Bolognese crociato Italiano.