312 La gazzetta uffiziale d'ieri e la relazione di due persone di fede degnissime, cioè dei sigg. Mulazzani e Cornelio, ieri sera arrivati da Torino, ci fecero conoscere che lo stato delle cose è ben diverso da quello, nella supposizione del quale una parte del popolo veneziano, tumultuando in piazza, chiese ed ottenne che i Commissarii sardi si astenessero dal governo, e il Commissario veneto si dimettesse dalle sue funzioni. Dubito anzi se il popolo veneziano, tanto io stimo il suo buon senso, avrebbe ciò chiesto, almeno a quel momento, ove non fosse stato posto da alcune apparenze nel ragionevole timore che fosse anche uflìzialmente comunicata una capitolazione definitiva e fatale per Venezia; ove avesse saputo che neppur trattasi di una capitolazione definitiva, ma della convenzione di un semplice armistizio, anche questa inattendibile, perchè una convenzione, atta a produrre cotanto effetto, dovrebbe essere accettata dalla nostra Consulta ed esaurimento di una delle condizioni della fusione; ove avesse sapulo che i tre Commissarii regii concordemente convennero in questo sentimento; ove si fosse fatto conoscere al popolo il protocollo redattosi in loro concorso e pieno di generosi e veramente italiani sentimenti espressi dai Commissarii; e ove infine si fosse allora saputo, come ora si sa per relazione dei signori Mulazzani e Comello, essere ormai certo e prossimo l’intervento francese a nostro soccorso: sicché basta la vigorosa difesa di Venezia per assicurare la sua sorte, e con essa migliorare assaissimo quella di tutta Italia. Non intendo con questa osservazione che debbansi restituire intieramente le cose nello stato primiero; ma soltanto propongo che l’Assemblea faccia quello che già fece la guardia nazionale di Parigi e di Milano: cha, cioè modifichi una determinazione dettata da un tumulto, col destinare un Commissario in sostituzione del dimissionario sig. Castelli, se così egli vorrà, e col deliberare che siano invitati i sigg. Commissarii sardi a riassumere le funzioni loro e sostenerle, giusta la offerta che fecero, d’ogni elogio degna, sino all’uffiziale conferma della ricordata convenzione. E se non piacesse all’Assemblea il ripristino temporario de’Commissarii regii, sostituirci in tal caso ia proposizione che sìeno eletti tre governatori, e che due di questi sieno i sigg. Colli c Cibrarìo, il primo noto per carattere fermo e quale s’ addice a’ tempi, il secondo per somma intelligenza in ogni ramo di pubblica amministrazione. Avvertite onorevoli colleglli, che io non conosco questi signori di persona, e neppure di vista, ma che per tali sono essi anche fra noi per fama conosciuti. (Basta! basta! basta!) Malfatti va per salire in bigoncia. Manin: Prego il deputato Malfatti di cedermi la parola, per dire qualche cosa sul discorso del deputato Trolli. (Sale la bigoncia fra gli applausi generali. ) Nella precedente adunanza, io ho dichiarato per parte mia, ed hanno convenuto quelli che aveano la stessa opinione, che si dovesse per ora ommettere ogni discussione di partiti fra Italiani ed Italiani, che si dovesse occuparsi esclusivamente della guerra; ed a questa mia promessa io mi sono fermamente attenuto. Chiunque sostenesse il contrario, direbbe una menzogna direbbe una calunnia. Il fatto gravissimo, che ci è arrivato a conoscenza, cioè la comunicazione col mezzo del generale Welden dell’ armistizio conchiuso