313 nel giorno 9, tre giorni dopo la evacuazione di Milano, tra S. M. Sarda ed il generale Radetzky, nel quale armistizio era convenuto fra 1’altre cose che, oltre lo sgombero dal Lombardo-veneto delle truppe piemontesi, dovessero essere levate da Venezia le truppe di terra e di mare sarde : questo fatto gravissimo i Commissarii credevano non fosse prudente di annunciarlo subito, o almeno potevano essere giustificati credendo fosse uu’astuzia di guerra: perchè dall’annunzio di tale notizia poteva promuoversi tale movimento, che avrebbe potuto pregiudicare la difesa da loro assunta verso di noi. Per altro, io debbo dichiarare che il governo, conoscendo clr io sono un galantuomo, si è messo immediatamente in comunicazione con me, ed ha operato, con un uomo leale, lealmente. Immediatamente 1’ avvocato Castelli si è recalo da me, ed ha domandato soltanto la mia promessa di non parteciparlo ad altri, finche non avessimo d’accordo stabilito il come e quando dovessimo comunicarlo. L’avvocato Castelli, uno dei tre Commissarii, mi aveva invitato la sera alle ore 8 e mezza al Governo, per poter conferire insieme con gli altri due Commissarii, egregii Italiani quando non aveano alcun riguardo di trattare con un altro Italiano dei destini d’Italia, quantunque quest’italiano avesse alcun poco da quelli opinione diversa, lo dunque, dietro questo invito, m’incamminava verso il Governo, quando il popolo, già accostumalo a domandare notizie in quell’ ora. chiedeva a gran voci spiegazione di quelle notizie, che forse agenti austriaci aveano diffuso qui entro. Tutti sanno che, per ordine dei Commissarii, è stato letto un articolo del Pensiero Italiano; ma quell'articolo accennava soltanto ai patti della capitolazione per lo sgombero di Milano : nella qual capitolazione non era latta parola di Venezia, come non si parlava della convenzione d’armistizio, che era pattuito. Le persone che dubitavano ci fosse qualche cosa di peggio, hanno domandato della ilotta. 1 Commissarii risposero non poter comunicare notizie ufficiali, perchè assolutamente non ne aveano. Il popolo ha tumultuato. Ma, domando io, qual popolo (per quanto si voglia tranquillo), in condizioni così fatali, avrebbe taciuto? lo non intendo lodare il tumulto; il tumulto non si loda. Non si può lodare il tumulto che quando è legale, che quando tende ad impedire un’ ingiustizia. Lodo il tumulto del 17 marzo contro 1’ Austria ; non lodo il tumulto che contro il governo ieri si è elevato, contro il governo da voi liberamente scelto. Per calmare 1’ agitazione popolare, io mi era recato al Palazzo nazionale, c aveva parlato coi Commissarii sardi, i quali non 1’ a-vevano presa in buona parte, ed erano ^pienamente giustificati; ed ho ‘letto al popolo : vi prego di permettere che io tratti con questi Commissarii, e che vegga se ci è mezzo di accomodare le cose, senza che nascano disordini. Si è trattato coi Commissarii, che io volevo pregare si conservassero in quelle condizioni in cui si trovavano, fin a che fossero state pubblicate le notizie ufficiali; e che dopo, considerandosi come cittadini, ‘taliani volessero prestare 1’ opera loro, perchè il paese non restasse senza nessun governo. Ma a questo, per dei scrupoli rispettabili, non hanno voluto aderire. Han delto clic il mandato loro lo aveano ricevuto dal re, e °he dovevano rispettarlo, finché non aveano ordini ufficiali di fare sgombrare le truppe di terra e mare ; perchè allora avrebbero dimesso il loro