423 pietra all’ <;diiì ^¡o nazionale, e cementarlo coir unione , qual debb’essere stata la tua sorpresa, il giusto tuo sdegno, allorché soltanto due giorni dopo udivi che già era sottoscritta la tua consegna? Quale infamia! Ma tu non perirai, e l’armistizio non farà che aprir gli occhi a tutta quanta l’Italia e alle nazioni civili, che non hanno rinnegata la loro politica esistenza, il loro onore, il loro interesse. Al decreto di morte, che li venne presentato , tu , degna de’ tuoi maggiori, rispondesti col cannone, e con questo solo avrebbe dovuto rispondere quel re, che si era latto campione della nostra saula causa ; al suono di quello avrebbe applaudito il mondo intero, come ora applaudisce al fragore tremendo , che parie dalle lue lagune. Deh ! voglia il cielo proteggere la tua virtù, santificare la tua giustizia! Italia tutta li annuncia c ti stampa in fronte quel bacio invidiabile, di cui vau superbo Palermoj Messina, Milano e Bologna. Noi salutiamo quel vago tricolore che circonda il fumo delle battaglie, ma inorridiamo dinanzi a quello avvilito, trascinato nel fango da mani impure, che per lacerarlo soltanto si alzarono. Ma se alili lo hanno gettalo o calpestato , non per questo è li ni la la gloriosa sua carriera. Venezia lo mantiene incontaminato, e lo mostra circondato di luoco e di liberi petti alle barbare orde del nuovo Aitila. E là incomincia il terzo atto di questo dramma nazionale. Ma Venezia è minacciata più dalla parte del mare , che da quella cerio del li-lagune. Venezia ha d’uopo di una squadra che le tenga libero il porlo e le comunicazioni colla terra. Questa squadra era bastevole. Ora dessa che farà ? Secondo gli ordini del Salasco, certamente avrebbe dovuto allontanarsi e abbandonare quest’ultima speranza all’invasore tedesco. Certo gli ordini sono partiti per coronare di un’altra infamia , di un nuovo tradimento, il (jloriuso scioglimento della guerra. Ma questo ordine era egli sufficiente ? L’ ammiraglio Albini avrà potuto prestar fede, sottomettersi ad un ordine contro le leggi della Costituzione, perchè senza firma del ministro responsabile ? Ecco ciò che ognuno si domanda e spella sentire per avvolgere l’Albini nella generale riprovazione. L’ammiraglio italiano avrà egli pensato alla sua fama ? E con esso lui gli ufficiali tulli delia flotta, i marinai genovesi, avranno rammentata lo sdegno , il disprezzo, elevatosi unanime ed immenso in Italia e fuor» contro i Napoletani, che prima abbandonavano quell’ acque per ubbidire ai cenni di un infame tiranno ? Se no, l’esecrazione di un popolo intero è pronta; l’istoria dirà che gl’italiani del 1848 erano degni del bastone austriaco c delle bombe di Ferdinando, Se sono in tempo vi pensino e rammentino che dall’opera loro può dipendere la salute di questa patria infelice.