126 onesti sensi di giustizia. È là nelle più virtuose repubbliche ove si fanno e si mantengono giuste leggi ma con ferrea sanzione. 11 Giudizio statario che mi apponeste era ed è una delle tante brutali arbitrarie violenze austriache. Era diretto a schiacciare il sentimento italiano di patria ma io chiesi e chiedo la pena suprema contro il parricida della patria, contro colui che ruba le armi a poterla difendere dal mortale nimico. Il Giudizio statario era dell’Austria a morte d’Italia, il principio mio è d’Italia a morte dell’Austria. Solo ai Irisli può spiacere questo giusto rigore, ma l'onesto lo brama. Ditemi, o voi nemici miei e d’Italia. Mentre la Guardia nazionale custode della libertà nostra è disarmata per penuria di armi, sapreste propormi altro delitto che sia pari a quello di chi avendole gliele niega ? Se non valse l’appello che fece il Governo all’ amore di patria, e le miti leggi pubblicate, chi se non il colpevole troverà ingiusta la minaccia della pena suprema a colui che attenta contro la patria mantenendola nello stato di non potersi difendere ? Sì, è inutile contraddirlo, armi qui ce ne sono, come dissi, occultate per cupidigia di lucro 0 rea intenzione, e il Governo in ogni caso è tenuto di attivare le misure più energiche per porle nelle mani del difensore della patria. È giusto che ogni cittadino sia armato nò si privi dell’ arme che per avventura avesse, ma è ingiusto che mentre alcuni debbono guardare la patria disarmati, altri n’ abbia delle centinaia nascoste. Chi fosse di avviso diverso risponda a ragioni se ne ha, non a ridicole o scellerate violenze eh’ io non temo. Viva ItaliaI Viva Carlo Alberto e l’esercito italiano! GIUSEPPE SOLER. 25 Luglio. vmmmm Lamento degli Esuli Impiegati delle Venete Provincie. Poveri derelitti! non già da voi fratelli, che leali Italiani ci accoglieste cou amore, e ci apriste le braccia ospitali, per confortarci, ma abbandonali e rejetti da quelli nelle mani dei quali voi affidaste i destini della patria. Rigenerati alla libertà col 22 Marzo memorando, sincera fu la nostra adesione a Venezia patria comune, e sacro, inviolabile fu il giuramento del nostro cuore di servirla finché durava la vita. Sacrilegio era per noi il solo pensiero di dedicare nuovamente al nemico l'opera nostra, ed esser nuovi ¡strumenti delle ingiuste sovraimposte, delle tiranniche angarie del- 1 Austria a danno dei nostri fratelli. E perciò non appena furono invase le Venete Provincie dal Tedesco, fu per noi sacro do^re riparare in seno alla patria che libera ed integra ci conservava Venezia. Eppure l’esempio ci faceva sicuri, che restando fermi ai nostri posti 1’ Austria ne manteneva gl' impieghi e gli stipendii, ed anzi a promossioni ne chiamava. Non ci po*