e, naturalmente, apprezzati al loro giusto valore, da un maggior numero di persone. Fu in quell'epoca che una piccola raccolta di poesie, venuta casualmente per le mani al principe Vjazemsk.j, anch’esso amatore appassionai»', di belle lettere, fu da questi mostrata a Zukovskij e a PuSkin. Quest’ultimo, che aveva allora l’alta mano in una rivista molto stimata, che s’intitolava (i So%remennik » (Il contemporaneo), fece pubblicare, nel !836, sedici poesie del Tjutcev, col semplice titolo di « Poesie mandate dalla Germania ». Ebbero bensì lieta accoglienza, ma il nome del giovane poeta seguitò, come prima, a restar quasi sconosciuto. E così fu per parecchi anni ancora. Nel 1837 T. Tjutiev fu traslocato da Monaco a Torino, col grado di Primo Segretario di Legazione. Vi rimase per brevissimo tempo. Per essersi permesso un viaggio di pochi giorni in Svizzera, penza l’assenso dei superiori, nel 1839, fu revocato dal grado e dall’impiego. La poca gravità della colpa e l’eccessiva punizione fanno supporre che la revoca fosse dovuta a ragioni estranee al servizio e. forse, di carattere politico. Di fatto, benché giovine, dotato com’era di grande spirito d'osservazione, patriota fervente, egli si rese conto, ben presto, della situazione anormale in cui si trovava la Rustia, in quest’ultimo periodo del regno di Alessandro I Nel 1825, durante uno dei suoi viaggi di licenza, incontrantosi a Pietroburgo col celebre storico Pogodin, ebbe ad intrattenersi con lui * 6 *