436 molto vasta, poiché, se l’attività di pilotaggio è un servizio normale e continuo rispetto ai piloti che l’esercitano, trattandosi di una professione non dalle altre diversa, essa è, per contro, ovunque, anormale e discontinua rispetto alle navi. L’anormalità deriva da ciò : che, ove il pilotaggio è facoltativo, il capitano è libero di ricorrere o no al pilota e, dove il pilotaggio è obbligatorio, basta bene spesso pagarne i diritti per esserne esentato. La discontinuità, poi, è un peculiare carattere dell’opera dei piloti, non rimanendo costoro a bordo che per la breve durata del loro servizio. Nel Belgio, lo Smeesters dichiara che « parmi les colla-borateurs temporaires de l’équipage figure le pilote » (1351). Questa dichiarazione non può, intanto, avere valore di principio, sia per l’incertezza dei termini in cui è espressa, sia perchè è dovuta alla preoccupazione di giustificare la responsabilità del proprietario, anche per la colpa del pilota. Che il pilota, anche se obbligatorio, faccia parte dell’equipaggio, è stato deciso in Olanda dal Tribunale di Rotterdam (13a2). In senso contrario si sono espressi: in Brasile, per il pilota obbligatorio, il tribunale federale dello Stato di Fernambuco (1353), ed in Danimarca, anche per il pilota facoltativo, la Corte d’appello di Copenhagen (1354) e l’art. 25 dell’ordinanza del 13 giugno 1879. In Inghilterra, il Roscoe, seguendo la ricordata concezione anglo-germanica, esclude dall’equipaggio il solo pilota obbligatorio che abbia assunto il comando della nave (1355). D’altro canto, l’art. IV, n. 2, lett. a del Carriage of goods by sea Act del 1924 menziona separatamente, marinai, piloti e dipendenti dal vettore nella navigazione e nell’amministrazione della nave. Menzione separata « del capitano, di altre persone dell’equi- (1351) Smeesters, op. cit., pag. 143, n. 100. (1352) Trib. Rotterdam, 1 dicembre 1883, Autran, 1885-86, pag. 257. (1353) Trib. fed. dello Stato di Pernambuco, loc. cit. (1354) App. Copenhagen, 12 maggio 1902, Autran, 1903-4, pag. 110. (1355) Roscoe, op. cit., 3“ ed., p. 179.