INTRODUZIONE 1. — L’uomo, apparizione fugace che un nulla deifica ed un nulla travolge, sorse di fronte alla natura come un nemico e come un alleato, or rispettandone la maestà, or trafugandone i segreti. Insofferente di gioghi ed ebbro di dominio, necessità d’esistenza e desiderio d’ignoto lo spinsero a correre i mari deserti ed i fiumi sconosciuti, fra scogliere occulte ed insidie di uomini e di cieli. È l’arte della nautica antica quanto il mondo. Fu sua culla l’Oriente: sul Gange, l’indo, l’Eufrate, il Nilo s’iniziò la sua vita. Superbamente passò per l’età Babilonese, Egizia, Grecolatina; seguì l’impero romano nella voragine aperta dai Barbari. Rinacque con Cipro, quattro secoli dopo, sotto il segno delle Crociate, nel fulgore delle Repubbliche italiche. Tutte le glorie e tutti gli ardimenti la lega Anseatica raccolse nel motto dal rivale di Cesare ereditato : a Navigare necesse est, vivere non est zie-cesse ». E come Venere, fiorita dall’onda, così dal mare sorsero le liriche superbe che l’estro dei poeti innalzava dai poemi omerici alle Laudi delle cose create. 2. — Vari sono gli scopi immediati cui tende la navigazione. La nave (1), come tale, può esser destinata, non solo al trasporto di cose e di persone, all’esercizio della pesca, alla navi- (1) Sul concetto di nave sono di grande interesse le teorie del Meyes (Die Strafrechtlichen Bestimmungen des Gesetzses betreffend die Nationalität der Kauf-fahrteuschiffe, 1876, p. 5), dello Schaps (Das deutsche Seerecht, 1897-1904, p. 10), del Wacner (Handbuch des Seerecht, Leipzig, 1884, 151), i quali, fra le nnvi de- 1 - CRISAFULLI I