- 48 — De la Stìnge al sogghigno ho meditato, eretta su i basalti secolari ne gl’inaccessi regni de la Morte; ho pianto ne la polve e supplicato, nè mai si schiuser l’eternali porte: fuor de l’eccelsa soglia d’adamante or giacion le speranze ultime infrante. Morti, passai pe’ vostri ermi recessi, per viali di salici e di mirti, ed ho pregato d’una tomba al piede: pii nel tramonto ardevano i cipressi dinnanzi a l’ara di mia sola fede. Scrutai ne gl’incantesimi del Nulla e sognai Te, laggiù cenere e nulla!... Non ivi, tra le croci e i monumenti, la vision serafica evocai: ti ho tratta dal reame de’ ricordi lontani indefiniti e salienti nel cor siccome li assai tristi accordi d’un’arpa immensa che da i tocchi steli libra l’estreme melodie ne’cieli.