Sole, non più ne le tue calde e gialle fiamme superbi adergonsi i frumenti; sole, non pili la nebulosa valle d’aure investi feconde e raggi ardenti. Cupo risuona il mugghio de li armenti oggi da le fumanti umide stalle, e annitrono da lungi le cavalle fiutanti il lungo gemito de i venti. Ecco il riverso aratro, o sol, che incise ne '1 rosso piano i solchi seminati, e il vomere che il suol duro divise. Ecco i villani: e al focolare spento muti a torno sedendo, assiderati, pensano al sole nel fragor de ’l vento.