rimentata in pubblico a gara con una galera che, secondo l'usanza veneziana, dal nome del suo capitano, Marco Corner, era chiamata La Cornera. Si mos­sero sul mattino le due navi verso Malamocco per trovar sul tardi la corrente favorevole per rientrare a Venezia. A vespero il Doge, gli ambasciatori esteri, i gentiluomini ed ognuno della sua corte erano a Castello; dove -e sempre il Sanudo che parla -"fo preparato da sentar con tapezerie al coperto per il sol et barche inhnite. Poi fuora di doi castelli et per canal fo stimato de barche numero... e hno barche da Padoa con persone dentro, di Chioza un' inhnita, e tal gondola e stata pagata per ozi lire 8 in X, solum per veder tal cossa. Donne assai, et procuratori, et hno il Rev.Jo Card. Pisani vidi in barca, con lo arziepiscopo di Nicosia.... Hor ditte galle, al hora deputata, tratto un segnaI, vennero vogando a regata, et prima veniva la Cornera ma zonte quasi a li castelli la Quinquereme era di sora et pense tanto la Cornera a terra che passo davanti al Serenissimo, et cussi venne avanti vogando hno a S. Marco con tante barche per canal e vele di barche grosse state in pielago che pareva un'armada, fo bellissimo veder. Questa galìa cinque remi ha la sua vuoga, ma e pocho avanti di le altre galie sotiI, siche Vetor Fausto autor di darli il sesto, sara immortal. Et da poi venuta la Signoria a S. Marco, ditta galla cinque remi vene vogando per Canal Grande hno alla Cha Foscari, dove la ziro, ma con gran faticha per esser longa passi 28 et piu che passa 3 piu di le sotil, et era grandissimo numero di barche per Canal Grando tra le quali io vi fui et duro la festa hno a sera". Gran festa, ripeto; anche se, nella realta, tale portento nautico, lodato in versi e in prosa latina e veneziana, ed armato poco dopo sotto il comando di Gerolamo da Canal, poco in fondo concludeva per rinnovare le sorti delle po­liremi della Serenissima. Secondo il Fincati, anzi, dopo il 1544, dimessa ogni idea di costruirne altre dieci sullo stesso tipo, piu non compare. CosI che puo sembrar avvalorata certa critica assai vivace, sebbene comparsa con pru­dente ritardo, d'un contemporaneo, dove, a proposito di siffatto esperimento di Vettor Fausto, si legge addirittura" che non fu ordine, ma confusione, et fu un ospitale et uno lazzareto, anzi uno spettacolo di morte, ne fu pero tale sua galera migliore ne pi u presta delle altre ordinarie bireme ne trireme, et chi crede altrimenti si trova in grande errore". A seguire invece la documen~ tazione del Casoni, pure abbastanza diffusa su questo singolare argomento,