— 65 — * * * Occorre ora esaminare in particolare le aspirazioni e le tendenze all’ Adriatico delle genti soggette al dominio austriaco, per indurne un giudizio intorno alla situazione che sarà fatta neH’avvenire ai loro traffici ed ai loro commerci, allo schiudersi su quel mare delle future vie di gran traffico aperte dall’intraprendenza austro-tedesca tra l’Adriatico stesso, il Danubio ed il Mar Nero; e tra il Mare del Nord, il Danubio, l’Egeo i mari Levantini e l’Asia Minore. Anzitutto pochi cenni sulla Croazia e sul movimento antimagiaro, frutto della lotta di razza rincrudita di questi ultimi tempi nella monarchia austro-ungarica, per quanto concerne lo sviluppo delle energie e dei commerci dei Croati e degli Ungheresi all’ Adriatico. La Croazia vanta una pagina di storia a sè. Prima di unirsi liberamente al popolo magiaro, essa contava belle autonomie tradizionali e fortunate pagine scritte nel campo della politica e della guerra. L’Imperatore Costantino Por-firogènito, valutava forte di 100.000 fanti e di 60.000 cavalli l’esercito croato; e di 80 vascelli e 180 legni minori la flotta. Nell’ xi secolo, la dinastìa nazionale croata venne a spegnersi, e, dopo un breve interregno, i Croati si elessero a loro re Kóloma,n, re di Ungheria. La Croazia adunque non fu mai conquistata con le armi, ma si aggiunse bensì all’Ungheria, a semplice titolo di « unione personale >; e questa durò fino alla tragica morte di Luigi IT. I Croati convocarono allora, indipendentemente dall’Ungheria, una Dieta nazionale a Cetìn e proclamarono loro re T Arciduca Ferdinando d’Austria. Così fu che la corona di Croazia passò a quella degli Absburgo, medesimamente a titolo di semplice unione personale. Contro l’assolutismo sistematico di Giuseppe II, lottarono uniti i Croati e gli Ungheresi, affine di opporsi al centralismo del governo di Vienna. Ma gli avvenimenti del 1848-49, troncarono codesta intesa d’interessi e di spiriti, e l’Unghe- 5 — Per l'altra riva dell’Adriatico.'