— 70 — Occorre ora, per continuare in questi progressi, che le linee della Puglia pongano in più rapida e frequente comunicazione l’Albania con Venezia, e che quest’ultima città entri più risolutamente in gara nei traffici Adriatici, e che si coordino infine queste linee albanesi alle altre italiane che percorrono i mari di Levante. Occorre inoltre, quello che più importa, che le economie e le risorse dell’ Italia del Mezzogiorno e della riviera adriatica italiana si concentrino,-per ravvivare ininterrottamente questi traffici e per entrare in lizza con il commercio austro-tedesco tra le genti serbe dei Balcani. La grande cittadella dei Serbi, il Montenegro, può diventare per l’Italia un sicuro ed efficace appoggio in questi progressi economici e marinari ed agevolare i contatti dal-l’una all’altra riva dell’Adriatico inferiore e verso il Mare Jonio. Questo Principato è infatti il paese dove debbono ancora svilupparsi e progredire tutte quelle industrie che, trovando la materia prima sul sito, possono in breve tempo costituire un vincolo per lo svolgimento di rapporti commerciali rimunerativi e continui. Il Montenegro può diventare oltre a ciò la via di transito per eccellenza dei commerci italiani nelle regioni limitrofe, nell’Albania, nell’É-piro, nei Sangiaccati di Novi bazar, di Prizrend verso la Serbia, la Bulgaria e perfino verso la Macedonia; in tutti quei territori insomma nei quali si agita e martella la coscienza nazionale serba. L’Albania settentrionale non può staccarsi in alcun modo dal Montenegro, dappoiché i due mercati di Podgoritza, nel Principato e di Scutari nell’Albania, sono in stretta correlazione tra di loro specie nei riguardi monetari e del lìbero scambio. Le acque del lago di Scutari, il fiume Bojana, ed i rapporti tra Albanesi soggetti al Montenegro ed Albanesi soggetti alla Turchia, sono adunque altrettanti coefficienti che legano in modo indissolubile le due genti finitime alle vie del mare.