— 4tì — mente e nel cuore dei comandanti, la bandiera vermiglia di San Marco era l’anima di tutto. Crescevano e rinvigorivano questa fiducia le lunghe crociere delle navi isolate nei mari di Levante per la sicurezza dei commerci austriaci da quelle parti, per la custodia delle comunicazioni tra 1’ Adriatico, la Grecia, l’impero turco e l’Egitto; le scorrerie contro i pirati nel Mar Jonio; infine le lunghe stazioni nei golfi di Yalona, di Patrasso e di Lepanto, secondo le consuetudini marinaresche della Veneta Repubblica, a guardia delle teste di linea di gran traffico di allora. ' . In questa situazione di fatto scoppiò l’insurrezione veneziana del marzo del 1848. I primi moti di esSa si rivolsero spontaneamente alla marineria veneto-dalmata, come a cosa propria: «Ricordatevi che < il primo e più sacro dovere, o marinai, vi lega alla patria, » diceva un manifesto in data 1° aprile 1848, « che l’Austria « non è la patria vostra. Pensate alla vergogna del rimanere « inoperosi mentre i vostri compagni acquistano onore a sè « e salute all’ Italia. Non badate alle false voci che i nemici « spargono, sfavorevoli a noi e sbagliate sul conto della ma-« rine veneto-dalmata. Siamo tranquilli, liberi e pieni di « speranza. Correte a Venezia, con i vostri legni, quanti po-« tete e quanto più presto potete. La madre chiama a sè i « suoi figliuoli ». Che non si pensasse allora, nemmero per ombra, all’esistenza di una marina da guerra austriaca basti la riflessione che il Graziani, diventato comandante della flotta in luogo del contrammiraglio Martini (il quale ultimo fece anzi ogni sorte d’insistenze perchè il primo accettasse la carica) impartì subito a tutti gli ufficiali di marina, lontani ed in missione, l’ordine di tornare a Venezia con le navi che comandavano ; e che tale ordine fu diramato anche al capitano di vascello Buràtovich, comandante della divisione navale con lo stesso vapore del Lloyd sul quale aveva preso imbarco o il governatore austriaco conte Zichy che lasciava Venezia in forza della convenzione di resa della città. Ora il