_ 59 — Era questa anche la visione economica e commerciale del generale Nino Bixio. L'esaudimento di codeste speranze e di codesti propositi marinareschi, l’Italia nuova affidava, trp, il 1861 ed il 1866, alla costituzione di una buona e forte marina, a spese di ingenti sacrifizi pecunari. Accentuandosi le mire sul littorale dalmato, all’epoca della guerra del 1866, erano state prese tutte le disposizioni necessarie ad istituire nelle nuove terre, acquistate che fossero, un règime di governo liberale, special-mente riguardoso delle antiche autonomie municipali. Questi provvedimenti si rendevano necessari, inquantochè, dopo la battaglia navale, era desiderio vivissimo di effettuare un colpo dì mano sulle coste orientali dell’Adriatico, per averne un pegno nelle prossime trattative di pace a vantaggio del Trentino e della frontiera del Veneto anteriore. Il generale Garibaldi era aspettato sulla riviera di Zara come un Dio vendicatore. Ma l’infausta giornata di Lissa fece crollare d’un tratto l’edificio delle diffuse e vagheggiate speranze del primato italiano sul mare Adriatico. La sconfitta di Sadowa, la dissoluzione della Confederazione tedesca e le più accentuate mire dell’Austria all’¿no-rientamento, consolidarono sempre più l’egenomia imperiale su quello che fu detto, un tempo, il Golfo di Venezia.