— 55 — ambiente singolarmente favorevole alla restaurazione del suo regime fondato appunto sull’ accentramento governativo dei vari frammenti di popolazione della cimosa. Frazionamento ed accentramento, dovevano essere i mezzi più adatti per dominare la lotta manifesta o latente tra i vari gruppi etnici, senza danneggiare nello stesso tempo la compagine complessiva dell’ordinamento politico imperiale. Per quanto riflette V italianità, l'Austria sentiva che sul mare, e specialmente in Levante, le sarebbe pur sempre giovato di parere semi-italiana, nel concetto di lusingare insieme le municipalità di nazione latina. Adattò perciò un’ i-talianità scialba e pedestre, accettò l’italiano come una specie di lingua franca, la quale veramente giovava alla sua bandiera mercantile. Ma il vivo senso dell’italianità cominciò fin d’allora ad offenderla, come una manifestazione o almeno un annuncio di vera fellonia. Nello stesso tempo crebbero in vigorìa ed in acrèdine i partiti del serbi sino di Belgrado e di Zetigne; si allargarono le intestine discordie serbo-croate e prese alla fine consistenza un incipiente irredentismo dalmata. Nel contrasto delle ambizioni, nell’acuirsi degli odi, faceva schermo e contrappeso tra le nazionalità in conflitto la sottile striscia di terreno dei Con/ini Militari, il campo trincerato continuamente in armi, la vigile linea di avamposti creati dal Principe Eugenio di Savoia, distesa a guisa di apparato isolante tra Turchi, Croati e Serbi; elevata a bella posta per vietare che questi ultimi si intendano e si colleghino. Così lo Slovinismo del Kacich, nel 1855, V Illirismo dello JelLacich, nel 1848 49 ed il Jugo-SlaviSmo del tempo immediatamente successivo rimase, per forza dei tempi e delle circostanze, asserzione teorica e sentimentale. Ogni speranza di federalismo era tramontata; almeno per il momento.