— 22 — La Veneta Repubblica, con il suo poderoso organismo statale ed economico, diventò allora l’intermediaria in co- / deste relazioni che richiedevano ausilio largo di capitali, sicurezza di sbocchi, mitezza di noli ; benefici tutti che essa soltanto, all’epoca in cui si discorre, era capace di promuovere e garantire durevolmente. D’altra parte, le genti montanare ed agricole serbo-croate uscite a mala pena dal periodo delle barbarie, sentivano il bisogno di affacciarsi all' azzurro mare, e di averne scambio di prodotti industriali e beneficio di influenze incivilitoci. I primi contatti tra Venezia ed i liberi comuni marinari della Dalmazia accaddero, in questo senso, intorno al ix secolo; quando cioè alla Signorìa, divenuta rappresentante ufficiale dell’impero di Bisanzio sul Mare Adriatico, toccò il grave compito di purgare quel mare dalla pirateria illirica, specie dalla rapacissima dei Narentani. Sopraffatti questi ultimi, Venezia, sullo scorcio del x secolo occupò Zara, Veglia, Arbe, Ossèro, Pasmàn, Belgrado, Vergàda, Spàlato, Curzola, Lésina e Ragusa. Queste terre — si noti bene — non entrarono già a far parte integrante del dominio della Signorìa, ma furono soltanto aggregate ad essa in virtù di una specie di vincolo federativo, per cui Venezia obbliga-vasi a rispettare ed a conservare le libere autonomie locali. Così, ad esempio, tra le condizioni giurate dai cittadini di Zara, dalla cui giurisdizione ecclesiastica sembra che dipendessero anche i Circoli di Veglia e di Arbe, Giovanni Diacono annovera quella di serbare fede al Doge, di cantarne le laudi nei giorni festivi, però dopo il nome degli Imperatori di Costantinopoli, ìstius Principis nomen post im-peratorum laudis preconis glorificarent (1). Ora la parola ¡idem ammette l’idea del foedus, ciò che non equivale già a soggezione alla Veneta Signoria, ma piuttosto ad un patto o lega giurata. Il Comune di Zara adunque, quando entrò con le altre città ed isole dalmato-romane so- (1) De Administrandò Imperio, in F. Racki: Documenta flistoriae Chroaticae periodimi antiquam illustranti a — Zagabria, 4877, pag. 266.