— 63 — striaci sull’Adriatico. Il contado di Spitza venne definitivamente annesso alla Dalmazia; fu fatto divieto al Montenegro di elevare opere di fortificazione lungo le rive della Bojana, l’antica via dei Veneti dal mare all’Albania settentrionale;-fu inibito al Principato di costruirsi un naviglio da guerra e di battere bandiera marinara; fu deferita la polizia marittima e sanitaria all’Austria; fu fatto obbligo infine di ottenere il consenso del governo di Vienna prima di aprire strade ordinarie e ferroviarie nel Principato (1). Queste circostanze di fatto, oltre che a limitare la propaganda serba, beneficiavano ancora positivamente l’Austria nei suoi interessi con l’Albania. Con il successo di questa politica, ottenevasi infatti di avviluppare questa provincia in guisa da renderla forzatamente tributaria dei commerci austriaci. * * * Pacificate con le armi le due province dopo aspra e sanguinosa lotta, queste, con la Croazia-Slavonia e la Dalmazia furono assoggettate ad un nuovo regime politico ed a ritocchi organici dell’antico. nel senso di neutralizzare al possibile il progresso le tendenze nazionali singole, di mantenerle sempre in equilibrio come in un movimento di sagace altalena municipale, e di collegare infine tutte le energie economiche delle popolazioni littoranee e del retroterra al beneficio dei commerci austro-adriatici e tedeschi. Mentre la costiera italica, da Venezia a S. Maria di Leuca, assisteva indifferente al progresso economico e marinaro dell’Austria, le aspirazioni autonomistiche della Croazia, insieme alle sue risorse agricole, erano paralizzate da un riparto oneroso dei suoi proventi a profitto dei commerci ungheresi di Fiume. La Dalmazia, pronta a trar vantaggio economico da ogni allargamento verso il retroterra, si ac----— \ (1) Trattato di Berlino art. 29.