I — 87 — di Serbia. Ciò significa che quel progetto corrisponde ad un sentimento radicato e profondo, a necessità di contatti confermati dalla storia positiva e suffragati da interessi economici tradizionali. Quando morì quel re, che fu il creatore della coscienza e della nazionalità serba, narra la leggenda che egli pregò gli astanti di recarlo sulla più alta vetta dei monti, acciocché potesse chiudere gli occhi in vista dei due mari che bagnano da oriente e da occidente la penisola balca-I nica; l’Adriatico da una parte ed il Mar Nero dall’altra. Ora la leggenda ha sempre un substrato di verità, e questa accenna alla grande opera compiuta dall’eroico re dei Serbi, conosciuto per antonomasia con l’epiteto di forte {siini), nel riunire, mediante una cortina distesa attraverso alla Vecchia Serbia, il grande bastione dei Serbi del Danubio a quelli del Montenegro e della cimosa dalmata. Le linee maestre della storia politica del passato, possono adunque e debbono diventare le tracce da seguirsi nei contatti benefìci e fecondi dei commerci e degli scambi avvenire; perchè queste e quelle coincidono nel medesimo senso, di procacciare cioè la supremazia nelle armi o nel benessere a genti che fatalmente sono destinate alla mutua reciprocità dei rapporti storici e geografici. La progettata ferrovia serba, come si é detto, si distaccherebbe adunque da Kladovo sul Danubio, subito a valle delle Porte di Ferro, attraverserebbe la vallata del Timoc, incrocerebbe a Nisch la linea di gran traffico balcanica che procede da Buda-Pest e di là, per Pristina, Ipek, Andrjevitza e Podgoritza costeggerebbe le due rive del lago di Scutari, per mettere capo da una parte al littorale di Antivari e dall’altra alla baia di S. Giovanni di Medua. La lunghezza totale della linea sarebbe di circa 350 chilometri, calcolata da Nisch, e di 550 circa a partire da Kladovo. Eviterebbe il territorio di Novibazar, virtualmente occupato dall’Austria, ed offrirebbe il grande vantaggio di aprirsi la strada in regioni di ottime risorse agricole, quali la Vecchia Serbia, le conche di Pristina, di Diacova, il con-