— 18 — romano. A settentrione, verso il Danubio, la Serbia propriamente detta si separa allora dal Cantone di Bosóna — il nòcciolo etnografico e storico del futuro principato di Bosnia — a mezzodì, sulla costiera Adriatica, prende consistenza il municipio di Dioclea, il progenitore dell’attuale principato del Montenegro. Oltre a ciò, si formano le autonomie regionali della Terbunia, tra Cattaro, Ragusa ed una parte dell’Erzegòvina ; della Zachulmia, o del paese degli Hum, che si allarga su per le rive della Moracia fino in Erzegovina, della Pagania, tra Narenta e Cettina, e della Rascia nell’interno. Ciascuno di codesti aggregati politici ha un proprio sovrano : al di sotto di questo, le popolazioni si frantumano e si scheggiano in suddivisioni municipali innumerevoli, le quali si dilaniano in sanguinose ed incessanti lotte intestine, per ragioni di possesso o per motivo di credenza religiosa, tra la pagana degli antichi Illiri e la scismatica dei Greci di Bisanzio. Codeste lotte diventano in breve un fòmite di debolezza nell’ aggregato complessivo delle genti dalmate, per cui si spiega come facilmente esse dovettero soccombere di fronte ad aggregati statàli più compatti e solidamente costituiti; quali l’impero bizantino, il Regno di Serbia, quello di Croazia ed infine l’impero musulmano. * * * Ma conviene ora esaminare in particolare il senso ed il costrutto politico sociale lasciato dal giure romano e dalla civiltà degli Antonini sulle rive dell’Adriatico, nelle autonomie municipali e repubblicane delle città marinare della costa, durante il Medio Evo. Sono queste autonomie che tracciano alla fine le linee maestre alla storia dell’ intero aggregato Neo-Illirico, che lo rinsanguano e lo attirano gradatamente alle vie del mare e per esse allo incivilimento economico e sociale. In forza di queste libertà e di questi stimoli, l’Oriente s’apparecchia di nuovo a rinfrescare i contatti con