IL FOLKLORE E IL D’ANNUNZIO 133 zodì „ (demonio meridiano) e, insieme, alla “ contagiane dell’ afa „ ; attribuire speciali virtù a una croce di cera benedetta il giorno dell’Ascensione ; credere negli indemoniati, ridotti, dal genio del male, a schiumare bava dalla bocca, stridere ed inverdire; e altre molte di simil genere. Indipendenti dai riti cristiani molte sono le superstizioni dal Poeta evocate : pronunziare, nei momenti che incomba il pericolo, la frase: “ e sabato sia per le streghe „ (così nel Trionfo della morte) ; ritenere apportatrice di mali chi sia figlia di mago; andar soggetto a certa sciagura, chi abbia ricacciato l’estraneo dal focolare (legge del focolare) ; infrangere, a scanso di danni, il vaso in cui la strega abbia versata mistura o fatto, come che sia, malefizio ; non poter riacquistare salute e serenità, se non siasi, prima, compiuta vendetta contro chi abbia nociuto; tremare del bisesto (passato a bissesto per avvicinamento a dissesto), dell’olio versato, della jettatura o maleficio che sia, di vasi che si rompano, di lampada che si spenga, delle streghe, dei maghi, di tutti, insomma, i paurosi pronostici popolari, e aver fede cieca negli amuleti, che preservino, nella meliga rossa che allontani il malefizio, nel pane che benedica, nel cavatesori, nella vecchia delle erbe, e nelle loro parole. Motivo capitale : il potere nefasto della strega o maga o magalda che sia. Mila può fare ogni malefizio: uccidere, dissennare, ammalare, arrecar