14 PROBLEMI FONDAMENTALI DEL FOLKLORE vissime, ravvicinamenti indebiti, oscillazioni e rientranze palesi. Analoghe incongruenze, in elenchi di esseri soprannaturali e fantastici e di oggetti attinenti al folklore, disposti nella stessa Prelezione. Giuseppe Pitrè, insomma, era, nel 1911, allo stesso punto in cui s’era trovato nel 1897. Se dal vago e dall’ impreciso non si liberò quello spirito insigne, che dominò il mondo folklorico come nessun’ altro in Italia, si può imaginare come siansi comportati gli altri, che a una severa ripartizione non pensarono neppure 1 Occorre, pertanto, riprendere il grave argomento, fermo l’occhio alla perpetua natura umana. Contrariamente alle opinioni di molti antichi che gl’ Iloti e gli schiavi e il volgo ignaro e la volubile plebe consideravano come animali non partecipi della natura umana, la scienza moderna, suffragata anche dalla religione, considera il popolino, anche delle condizioni più umili, il villico, il randagio, il pezzente, l’abitatore delle chiaviche, degli angiporti, delle caverne, il più estraneo all’umano consorzio, lo considera, dico, sempre come uomo, dotato, sia pure in minimo grado, delle stesse facoltà, spronato dagli stessi bisogni, sospinto verso l’alto e verso il meglio. Uomo il boscaiolo che non accede mai alla città, uomo lo zingaro senza patria, senza casa e senza tetto, uomo il