IL FOLKLORE E IL d’ANNUNZIO alla bica, il “ mucchio di selci „ sul cadavere del reo o dell’ assassinato (si ricordi la greve mora di Dante !), la croce messa sulla soglia della casa, la casa benedetta il giorno del-P Ascensione (Ascenza), la salita su la Plaia, la notte di S. Giovanni, i pellegrinaggi all’incoronata e a S. Maria della Potenza, il vino con la sapa, l’acqua con l’anace, preparati dalla padrona di casa, per i mietitori assetati, la pecora grassa di un anno uccisa per il banchetto nuziale, la scapola mancina serbata per il " vecchio che fa la profezia „, tutti usi vivi e tenaci tra la gente d’Abruzzo. E potremmo continuare per un pezzo. Notevoli le costumanze funerarie: più delle altre, quella delle lamentatrici, cui il Poeta conferisce, con sorprendente genialità, l’ufficio del coro greco. C’ è poi la richiesta dei lasciti testamentari, il rifiuto del guanciale al corpo di Lazzaro, perché morto di morte violenta, la sostituzione dei sarmenti al guanciale, il getto di un ciottolo nel fiume attraversato da una bara col morto, il cane mastino chiuso nel sacco del condannato, l’offerta del consólo della madre al figlio, il baciare la polvere, il prendere la cenere e molte e molte altre. Se non dalla tradizione viva, da antiche costumanze, attestate da antichi statuti, avrà tratte il Poeta la procedura, popolare, e la pena orribile per il delitto di parricidio. Più cospicue di tutte, le costumanze nuziali