PROBLEMI FONDAMENTALI DEL FOLKLORE II terminate è necessario ricominciare da capo, sbarazzando il terreno dal ciarpame accumulato da incompetenti e da dilettanti, e convalidando fatti e asserti non sufficientemente dimostrati o comprovati. Del folklore avviene ormai ciò che non avviene più di alcuna scienza, bene costituita e delimitata: che, molte volte, non si sappia a quale branca assegnare o qualche fatto che si riveli ex novo, o qualche altro poco considerato. Colpa, tal volta, dello studioso, incapace di orizzontarsi nel mare magno degli studi folklorici e di qualificare nettamente il tema del suo lavoro; colpa, più spesso, di quelli che non hanno saputo determinare il campo del folklore, né ripartirlo secondo l’indole dei fatti e degli elementi ormai da lungo tempo in dominio della scienza. Ci sarà perdonato, pertanto, se osiamo proporre noi una razionale ripartizione del folklore, fondata su criteri semplici, sì, ma inconfutabili, accettati, generalmente, quando si applichino alla vita e alle opere delle colte persone. Evidente riprova della incertezza che regna nella ripartizione della materia folklorica ci fornisce il più insigne maestro del folklore italiano, il Pitrè, che ne toccò nella premessa alla sua famosa Bibliografia delle tradizioni popolari (1897) e nella Prelezione al corso da