IL FOLKLORE E IL D’ANNUNZIO Con la Fiaccola sotto il moggio il D’Annunzio, che con la Figlia di Iorio aveva di già riabilitato e nobilitato uno dei mille aspetti onde si rivela il folklore, ha voluto dimostrare quanto fertile campo sia per gli artisti veri quello del folklore, ha suggellato, con un’ altra opera, che il folklore apre vie che si possono dire nuove al teatro nazionale. Egli, che al folklore aveva volto l'occhio sino dalle opere prime, che se n’ era valso largamente in altre opere cospicue della maturità, che lo aveva accolto, ispiratore unico, nella Figlia di Iorio, integralmente folk-lorica, ha fusi qui elementi disparati, dedotti dalla storia feudale, dalla tragedia neo-classica del 500, dalla tragedia greca, dalle tragedie nordiche moderne e dal folklore, riuscendo a una dimostrazione forse inaspettata e pure chiara : che tutto si può convertire in arte vera e grande, in unità salda e perfetta, donde che siano tratti gli elementi compositori; che quelli ghermiti al popolo stanno, in piena convenienza, accanto a quelli classici e paludati, senza sfigurare: che questi, anzi, sono, in confronto di tutti, i più freschi, i più risonanti e vitali. Né sono mancate conferme autorevoli, dopo la Fiaccola del D’Annunzio! Conclusione A conclusione di queste pagine, più espositive che critiche, di constatazione più che di ricerca,