IL FOLKLORE E IL d’ ANNUNZIO 6? II. LE PRIME OPERE Tale sviluppo dell’arte d’annunziana si rivela sino dalle prime opere. Accenni a costumanze e figure di popolo s’incontrano già nel Canto novo (1882) : son qui le prime stornellatrici della poesia d’annunziana, qui il richiamo di canzoni popolari, qui tocchi fugaci spiccata-mente abruzzesi. Nel Libro delle vergini (1884) tutto è d’Abruzzo. Non dico de Le vergini che diverrà La vergine Orsola nelle Novelle della Pescara, ma della Favola sentimentale e Nell’ assenza di Lanciotto, ove il paesaggio d’Abruzzo si slarga a ricevere gli attori delle novelle. Fiori abruzzesi anche questi, ma nàtivi e cresciùtivi, come se trasportati e allevati in vasi portàtili. Ancor più abruzzesi gli scritti di Terra vergine, dove spuntano talli che diventeranno alberi più tardi. Alcuni nomi di paeselli, dagli aspetti così leggiadri e caratteristici, alcuni nomi di personaggi, che diverranno famosi (ad es., Mila dell’ egloga pastorale), alcuni proverbi e stornelli, qualche costume di popolo o zingaresco di quelli che osservano anche i dilettanti, qualche fiaba e tradizione (ad es., il Ciclope supino, che i marinai rilevano dalle