PREFAZIONE XI si può determinare il grado di cultura o di civiltà di ciascuno, né il grado di ignoranza o di barbarie, così non si può delimitare la classe sociale cui si estende il folklore, e tanto meno specificare le infiltrazioni e le influenze del folklore nei singoli individui. La convivenza accomuna, ma non agguaglia; avvicina, ma non rivela. Le varie classi convivono, ma non si comprendono. Non sa il dotto quanto gli sia lontano il popolo ignaro ; non sogna neppure il popolo la distanza che lo separa dagli uomini dotti. Certe somiglianze di atti attenuano in apparenza la distanza, che, in effetto, permane lunghissima. In siffatta incertezza di confini sarebbe presunzione folle segnare i limiti del folklore, il quale può essere considerato come un piano inferiore dello scibile, o, meglio, come una soffitta, dove si conservano accatastati gli oggetti messi fuori d’uso, i quali, talora, vengono ripresi e riadoperati, quando meno si pensava, e tornano perfino di moda. Fuori d’uso, ma non dimenticati, ché anzi restano fissi nella memoria, più cari, spesso, di quelli nuovi che li hanno sostituiti. Hanno, essi, un linguaggio possente, parlano, quasi a nostra insaputa, al sentimento, e sanno farsi ascoltare. Così avviene del folklore. Misteriosa è la sua voce, misteriosa la sua sfera d’azione, onde la sua conoscenza dovrebbe interessare tutti quanti. Necessità prima e più urgente d’ogni altra,