PROBLEMI FONDAMENTALI DEL FOLKLORE 15 figlio della strada, della colpa e della prigione. Uomini tutti, insomma, e partecipi, in vario grado, delle facoltà alla natura umana inerenti. Con troppa disinvoltura noi diciamo : uomo civile, uomo barbaro ; letteratura aulica e letteratura di popolo ; scienza vera e scienza... non vera, e così via. Noi non dobbiamo darci a credere che si tratti di tipi nettamente tra loro distinti, di cose nettamente separate. E una scala di mille piuoli, è una salita di mille gradini, è una discesa con mille scalee. Si passa dal più dotto, che ha centuplicate le sue forze spirituali, al più ignorante, che merita appena il nome di uomo, da una forma d’arte e di scienza perfetta a un accenno, a un tentativo di scienza o di arte. Non si dà la figura che rappresenti un preciso grado di sapere o di abilità : è un fluttuare indefinito, un incessante disvariare, un procedere, un retrocedere, una varietà, in somma, senza inizio e senza fine, senza termine fisso, dal sommo all’ imo, dall’ abisso alla vetta. Ond’ è che le parole popolo, volgo, scienza, ignoranza e via di seguito, vanno intese cum grano salis, con cauta discrezione, con la ferma convinzione che tutto è relativo, che nulla risponde a un termine esatto e preciso nella incommensurabile infinità del sapere, nella multiforme miseria dell’ ignorare. Unico termine sicuro, la comune umanità, alla quale tutti soggiacciamo, per bisogni e facoltà universali.