IL FOLKLORE E IL D’ANNUNZIO 109 quelle tradizionali. Onde periodi anacolutici, sbilenchi, incompiuti, tronchi e brevi, scambio e alternamento di soggetti dalla prima alla terza persona, sostituzione del singolare al plurale, del transitivo all’intransitivo, e viceversa, alternamento di tempi, soppressione di articoli e altre anomalie che, al lume delle regole consuetudinarie, sarebbero errori, mentre qui, come talora in Dante e nel Manzoni, rispondono a condizioni di spirito dei parlanti assai più rispettabili che le arbitrarie regole della consueta grammatica. Il Poeta, che ha impreso a trattare materia nuova nel campo delle azioni tragiche, ha foggiato a sé un nuovo strumento, una lingua e una sintassi singolari, mercé le quali ha conferito verisimiglianza e tragica vigoria alle parlate di simile gente, sulla cui bocca era sembrato verisimile solo il dialetto. locuzioni insolite : dura un’ avemaria, dura una salve-regina, come si direbbe ‘ un credo ’ ; Deo grazia, la Dio mercé, ecc. vocaboli dialettali con significati nuovi: consólo il desinare mandato alla famiglia del morto dopo il funerale, ma anche il cibo offerto come viatico, la bevanda offerta a chi deve morire, ecc. vocaboli speciali: turchino'. Dice Ornella a Vienda: * • ■ . . scrivi al sole una lettera turchina, perché oggi non si col chi? »; dove turchino (secondo un uso ormai raro, nelle Marche e nell’Abruzzo) vale ‘ violento, risoluto, duro ’ e simili (da ‘ turco ’).