124 IL FOLKLORE E IL d’ANNUNZIO avvedercene, nella botanica, alla quale ci riconducono l’avellana pistacchina, l’erba vetturina, P anace, il garofano, il timo e altre piante nominate qua e là, nonché la glaspi e l’egusa, rimastemi oscure. Con le notizie di botanica, quelle di zoologia: le cicale, con la loro furia di cantare, i galli, che destano i sonnacchiosi, " la talpa che si leva all’alba,... come il ghiro e il tasso cane „, e molte altre. L’agricoltura vi ha molti accenni: la gara del solco diritto, P uso dell’ erpice, la pastorizia, la vendemmia, la falciatura, la raccolta delle olive, ecc. ecc. Né vi mancano notizie di astronomia (luna menomante, stella della sera (Esperò), la stella diana, ecc.), di geografia (notevole l’accenno a Roma, meta di pellegrinaggi, circondata da alte mura, chiusa da porte di ferro), di fisiologia (viso che si sbianca per il sangue che se ne va), di diritto (pena inflitta ad Aligi parricida, partecipazione del popolo al giudizio, patria potestà, ecc.), ecc. Non poteva, d’altronde, non riflettersi nella tragedia, che è tutta di popolo, il vasto tesoro delle sue nozioni, scientifiche o tecniche che siano, senza le quali non si concepisce mente d’uomo, per quanto rozzo esso sia.