PAOLO DE BERNARDO E I PRIMORDI DELL’UMANESIMO IN VENEZIA 27 rabilem patriae, quae vita nostra est charior, quaerere videamur.... » (V. 2, ed. Bas.). Quando, nel febbraio 1352, Paganino Doria vinse sul Bosforo la flotta Veneto-Aragonese, il Petrarca si congratulò coi Genovesi, pur compatendo « i fratelli nostri, gli italiani » (F XIV, 5); quando invece Genova fu sconfitta alla Loiera presso Alghero nell’agosto dell’anno successivo, e si diede a Giovanni Visconti, venne il Petrarca per la prima volta mediatore di pace a Venezia, nel novembre, « fìdelis heu, sed ineflìcax »: quante parole fece di fronte al Consiglio ducale, quante nella stanza da letto solo col Doge ! Ma invano : « moeroris, pudoris ac pavoris plenus abscessi » f). Nel maggio del ’54 riscriveva al Dandolo (F XVIII, 16) scongiurandolo a farsi « italicae pacis auctor » ; e il Doge rispondeva (V 3, ed. Bas.), nel giugno !) : « amico — e tanto è più dolce l’espressione per noi, in quanto quest’ è l’ultima volta ch’egli rivolge la parola al Petrarca, anzi postuma arriverà questa voce — amico » : ti rispondo in breve: tu lo sai che la nostra causa è giusta. Tu ami la libertà : perchè ci rimproveri proprio tu ? — e cita Cicerone. Ammonisci piuttosto loro; «ma noi.... siamo quegli stessi ora, che fummo fin qui, e con lo stesso animo, con cui sempre fummo alla pace disposti, salva la fama e l’onore della Patria nostra, per la quale noi e tutti i nostri cittadini, per giovare a lei, non tanto l’argento e l’oro, ma la vita, di cui nulla è più caro, siamo disposti a esporre a tutti i pericoli...... E difatti, Paganino Doria spintosi nell’Adriatico a saccheggiar Curzola, Lesina e Parenzo, temendosi per la città, provvide di persona alle difese e alla vigilanza il Doge stesso (« praeter morem » F XIX, 9) il quale, fors’anche per le angustie e i disagi, spirava ') F XVIII 16. Cfr. S. XVII 2 e II Petrarca dinanzi alla Signoria di Venezia, dubbi e ricerche di R. Fulin (in Petrarca e Venezia, Venezia, 1874, Pag- 297 sgg.) ; Musatti, Leggenda petrarchesca (Padova, 1909). Cfr. A. Foresti, Aneddoti ecc., pagg. 98-9 n. Circa la sconfitta di Alghero cfr. F. XVII 3 e 4 e. In Epístolas F. P. de reb fam. etvar. adnotationes au. Io. Fracassetlo ecc. Firmi, 1890, pagg. 271-2. Un mese dopo il Poeta doveva valicare le Alpi in una nuova ambasceria per la pace tra le due città, presso il Papa ; ma fu sospesa. Cfr. A. Foresti, Una missione ad Avignone da parte dell’Arcivescovo Giovanni Visconti per la pace tra Genova e Venezia, in Aneddoti ecc. pagine 300-311. 2) 13 giugno nell’Ed. Veneta del 1501, 3 giugno nel cod. di Vienna (Cfr. L. Bertalot, Un nuovo cod. Viennese della raccolta veneziana del Petrarca « La Bibliofilia», XXV, 1923-4, pag. 79).