158 LINO LAZZARINI corrispondenti delle lettere contenute e gli autori dei trattati trovano tutti una relazione diretta o indiretta colla cancelleria veneziana (cfr. i nn. 53 e 54). Il Novati (Donato degli Albanzani ecc., pag. 382) riesaminando il cod. osserva che la mano cui si devono le postille e la Tabula rerum presentì volumine conie?ilarum, premessa al codice, non è la stessa che lo scrisse : certo contemporanea. Egli crede che sia una « raccolta messa insieme da un discepolo o da un amico sotto gli occhi o in servizio d’uno studioso, che venne poi di proprio pugno correggendola e postillandola ». E questo studioso, esaminando due postille e il contenuto e la data del manoscritto, egli lo identifica con Donato degli Albanzani, che dimorò lungamente a Venezia ed ebbe rapporti diretti o indiretti con tutti i personaggi di cui vi sono lettere nel cod. A rincalzo noi osserveremo che le ultime lettere del de Bernardo sono dell’80-81, anno in cui l’Albanzani lascia Venezia per stabilirsi a Ferrara. I due altri Mss. sono il Cod. lat. 5350 della Ribl. di Monaco (M) e il 1269 della Bibl. Universitaria diLipsia (L), il cui contenuto abbiamo già esaminato, l’uno messo insieme verso il 1490, l’altro al più tardi nel 1493, esaminati e studiati dal Voigt (Die Briefsamm-lungen ecc.), il primo di 223 cc. in-f.°, il secondo di cc. 236 in-4, gemelli fra loro. Essi posseggono solo 14 lettere, tutte del de Bernardo. Il copista del Monacense « malgrado parecchi sbagli.... si mostra tuttavia come un uomo colto e coscienzioso » ; quello del Lipsiense più frettoloso e ignorante ; ciò si vede dalle varianti, dal-l’aver tralasciato o mutilato parecchie date, dall’avere, come vedremo, delle omissioni anche nella materia. E notevole il fatto che essi rendono la espressione Dii con Dominus. II Quarto cod. è il cartaceo 136 della Bibl. dei Domenicani di Vie fina (Vi), illustrato dal Bertalot (Un nuovo cod. viennese ecc.), di cc. 420, col testo in due colonne, in calligrafia gotica tedesca del XV secolo, vergato nel 1455. Come dice una postilla, fu donato al Convento dei Frati predicatori di Vienna da Pietro de Chirchslay nel giorno della sua professione, Pentecoste del 1457. Del de Bernardo contiene le stesse cose dei due altri Codd. tedeschi e, pur essendo per l’età di importanza immediatamente seguente al Vat., è gemello di quelli. L’esame del contenuto complessivo e delle lezioni del testo fa fede che il Vat. da una parte, e i Codd. tedeschi dall’altra appartengono fino a un certo punto ad una tradizione diversa. Differente