26 LINO LAZZARINI sedentibus, peculiare semper cum quiete fastidium ». È quella noia così temuta dal Leopardi, che gli si insinuava nell’animo invece della pace ch’egli cercava in luoghi novelli. Pace che si trova solo « nell’animo, anzi sicuramente nel Signore », di che altra volta parlerà al Doge, « spinto a pensare e meravigliarsi delle cose sue solo dall’affetto x). A 36 anni, nel 1343, già Procuratore di San Marco e dopo esser stato Podestà di Trieste ’), salì al sommo grado della Repubblica quest’uomo veramente superiore, il cui casato già tre altri Dogi aveva dato allo Stato, che era fornito d’una cultura giuridica e letteraria insigne, procuratasi studiando giurisprudenza, pare in Padova, e coi consigli di Riccardo Malombra 3). Bellicosi furono gli anni del suo dogado, che terminò sul culminare di una più aspra guerra, con Genova, ad allontanare la quale invano si frapposero Papa e Sovrani, invano fece sentire la sua parola Francesco Petrarca, appellandosi all’amicizia del Dandolo e al senso di Patria : voi, due Repubbliche per le quali solo, caduta Roma, pare che si continui la gloria d’Italia, volete dilaniarvi e dare la Patria in preda ai barbari ? E tu lascierai le Muse ? Consigliati coi Senatori, e se anche — tu giovane — ti opporrai a quel che piace ma non è utile, ne avrai più gloria (F XI 8, 18 marzo 1351). A questa lettera, che gli era stata promessa (il Petrarca allora si trovava a Padova), rispose il Dandolo, dimostrando la giustezza della loro causa, allegando l’esempio dei Romani, e conchiudendo recisamente : « Bellum ita suscepimus, ut nihil aliud quam pacem hono- 1) La lettera F XV 4 era di dubbia data (cfr. Le lettere di F. P. ecc., Ili, pagg. 356-7 e 379-81) ; debbo ad Arnaldo Foresti la comunicazione del contenuto di un suo articolo inedito, Ove posare, nel quale assegna la lettera al J353 (26 febbraio). Anche durante la guerra quindi il Poeta ed il Doge corrispondevano di cose di tutt’altro genere ; fatto significativo per ben comprendere i rapporti tra i due uomini, come rappresentanti un potere politico e come letterati ed amici. La risposta del Petrarca il Dandolo non doveva averla ancora ricevuta quando replicava (V. 3, ed. Bas.) alla F XVIII 16, come si rileva dalle ultime righe. E come dice anche 1’ inizio. 2) Cfr. Der Doge Andreas Dandolo____ von Tafel und Thomas, Munchen, 1855 (Abhandl. d. K. bayer. Akad. d. IV. Ili Cl, Vili Bd. 1° Abth.), E. Si-monsfeld, Andrea Dandolo e le sue opere storiche, trad. di B. Morossi (Archivio Veneto, XIV). Il Caresini nella cronaca dice che fu eletto Doge a 33 anni- 3) Gloria, Monumenti dell’ Università di Padova, I, pagg. 271-72 (Padova, 1888).