io8 LINO LAZZARINI substrato sostanziale è il documento storico, ma i giudizi li trae da un concetto religioso-letterario, che con la provvidenza divina 0 la suasione diabolica e con la citazione classica sostituisce spesso 1 motivi reali dei fatti *). Ma non solo nell’amore alla storia, ma anche nell’amore dei classici egli continuò degnamente il Benin-tendi: i libri alla sua morte furono venduti all’incanto: c’eran Seneca, Valerio Massimo, Orosio, Sallustio, Virgilio, Cicerone 2); e le Tragedie di Seneca aveva esemplate egli stesso. Ed erano passate in mano di Giorgio, figlio di Amedeo Buonguadagni (X), anche questo, si vede, notaio amante della cultura. Tali gli amici di curia del de Bernardo, continuatori della tradizione umanistica del Petrarca in Venezia. Colto nelle lettere latine fu anche il secondo successore del Caresini, Desiderato Lucio, eletto nel ’95 Cancelliere grande, dopo aver passati cinquant’anni in continue ambascerie, cosicché, dice un documento, « potest dici quod numquam stat fìrmus in Veneciis » 3) : in tutta Italia, dalla Spagna ad Avignone, dall’Alemagna in Ungheria, « edam ad Ta-nam » 4), subendo prigionie, assalti di predoni, pericoli e strapazzi d’ogni sorta 5). E poco durò nell’alta carica, perchè moriva l’anno dopo. In occasione di questa nomina, gli scriveva il Vergerio, congratulandosi con la Repubblica d’aver scelto lui « in cancellarium inagistrumque scripturarum », lui, che poteva eguagliare « magni-tudinem suam stilo atque oratione » 6). S’era il Lucio congratulato, e con lui si congratulò ora anche Giovanni da Ravenna, eletto poco dianzi capo della Curia Carrarese; e al caloroso invito che *) Raphayni de Caresinis Cronica, a cura E. Pastorello (R. I. S.S. t 12, P. II, Bologna, 1923), pagg. vi-xii, xxix. 2) Cfr. C. VII, n i. 3) A. S. V. Grazie 16, c. 101 v (Baracchi). 4) A. S. V. Grazie 17, c. 124 v (Baracchi). 5) In Ungheria cominciò ad andare nel ’49 (A. S. V. Grazie 12, c. 56 v) Nella guerra con Genova, dal ’50 al ’55, fu in Aragona, Avignone e Milano oltre quattordici volte (Ibid. 13, c. 59). Nei Libri Commemoriali, nelle Grazie, Sindicati e Senato Misti si trovano innumerevoli cenni dei suoi viaggi. Nel ’6i andò nella Marca d’Ancona per punire dei pirati, e arrestò il loro capo, lottando con lui (Ibid. 15, c. 22 v). Nel ’66, andando in Alemagna, fu fatto prigioniero dai predoni (Ibid. 16, c. 75»); ritornando nell’’89, cadde invece in un fiume (Ibid. 17, c. 251). (Tutti doc. Baracchi). 6) Epistole di P. P. Vergerio ecc. in Miscellanea, V, della Deput. Veneta sopra gli Studi di st. patria (Venezia, 1887), pagg. 190-2.