LINO LAZZAR1NI Bovi, oriundo da Mantova, che nel 1313 troviamo ai primi passi della carriera di cancelleria, nel 1342 notaio veneto, morto già nel 1348 i) ; fu egli che nel ’15 rogò il testamento di Giambono d’Andrea. Poco dopo, la medesima leggenda fu trattata in un poemetto in esametri : « Venetiane pacis inter Ecclesiam et Imperium Castellani bassaniensis liber ». Professore di grammatica già nel 1297, Castellano di Simone è pure notaio imperiale e partecipa alle vicende politiche della sua Bassano : per questo lo troviamo in rapporti con Padova ( 1315 e 1317). Tra le cure notarili e di cittadino, scrive : probabilmente amico del Mussato, del maestro Guizzardo da Bologna compie il commento all'Ecerinis (1317). Partecipe delle fazioni della sua città, nel 1322 viene condannato per una scorreria, con rapina e omicidio, compiuta nel territorio di Treviso; ma è graziato nello stesso anno. Nel 1331 «in tutis Venetum laribus » dedica il suo poemetto al doge Francesco Dandolo. Questo componimento, ricompensato dallo Stato2), è tutto naturalmente di intonazione ufficiale: i suoi versi, ben più sicuri di quelli di Tanto e che dimostrano nell’autore una certa pratica espositiva, esprimono, in una con l’ossequio alla Chiesa, un vivo senso della grandezza di Venezia, che in quello si esalta e trova sanzionati i suoi diritti 3). La gloriosa leggenda, così piena degli spiriti del tempo, frescata nella Cappella di S. Nicolò e nella sala del Maggior Consiglio, come lo era stata nel Laterano a Roma, ebbe sotto delle iscrizioni, in parte composte sulla traccia del racconto di Castellano ; verrà più tardi cantata in volgare, mentre dal racconto di Bonincontro derive- *) Non si deve identificarlo col Monticolo col maestro del Mussato (Ep. XIII), come osservò il Padrin (op. cit., pag. 65). Nè è il corrispondente del Petrarca. Cfr. Fracassetti, Lettere di F. P., Firenze, 1867, V, pag. 33-34. 2) Con grazia del 15 die. 1331. Anche per una « cronicam in honorem domini ducis.... » cfr. 13. Cecchetti, Libri, scuole, maestri, sussidii allo Studio in Venezia nei sec. XIV e XV (Arch. Veneto, XXXII. Venezia, 1886), pag. 3, dell’Estratto. Cfr. però G. Chiuppani nel Boll. mus. civ. di Bassano, III, 1, 1906. Aveva scritto ancora un’opera in versi su S. Marco. Cfr. Fabris, Di Castellano ecc. Bassano, 1898. 3) G. Monticolo, Per l’edizione critica del poema di Castellano da Bassano sulla pace di Venezia del 1177 (Bullettino della Soc. Filologica romana, 11. 6. Perugia 1904). Monticolo-Segarizzi, Le vite dei dogi, ecc. pagg. 485-519 (Città di Castello, 1911). B. Colfi, Di un antichissimo commento all’Ecerinìde (Rassegna Emiliana, II, 8-9, 11-12, Modena, 1891) p. 12 11. 4 estr.