PAOLO DE BERNARDO E I PRIMORDI DELL’UM ANESIMO IN VENEZIA 29 La coscienza morale e civile, a differenza di tanti altri principi umanisti, informava dunque l’opera sua. E se anche le lettere al Petrarca paiono scritte dal Benintendi x), tuttavia anche a lui non era forse estraneo il sollievo della poesia, e certamente era amante delle lettere e dei classici, come dicono le parole del Petrarca : «... non posso non sentire compassione dell’ingegno tuo: sento la differenza che passa tra lo strepito delle armi e la tranquillità della Pieria, e quanto tenue fra le trombe di Marte suoni il plettro di Apollo.... mentre frattanto l’Elicona è abbandonato e oziosi i libri, hai seguito il destino della cosa pubblica.... ». (F. XI, 8). Nè gli era estraneo il senso delle altre arti, se desidera la sepoltura in San Marco, ma « in ornatum et non deformiate ecclesie » *). E del Doge, che il Petrarca chiama « anima sanctissima» (V. 43), « li iterato in primis disertoque homini », « bonum... integrum... suaeque reipublicae amantissimum... doctum praeterea et facundum et circumspectum et affabilem et mitem » (F. XIX, 9), « ingenio prestans, eloquio omnipotens » (V. 10) — sembra quasi continuare l’azione letteraria il Gran Cancelliere, Benintendi De Ravagnani 3). Questi, nato a Chioggia verso il 1318, aveva percorso rapidamente la carriera cancelleresca : notaio imperiale non ancora ventenne, cancelliere ducale a vent’anni, fu subito addetto a missioni all’interno e all’estero, che egli servì con devozione ; prima dei 25 anni stabiliti, viene nel 1342 eletto Notaio Veneto: un anno dopo saliva al do-gado il Dandolo. Ed ora si può dire che a poco a poco il Benintendi partecipi a tutta la vita politica della repubblica con sempre maggiori attribuzioni e influenza. Per questioni commerciali si reca due volte ad Avignone nel 1344; l’anno dopo è in missione a Ferrara, a Genova, e passa per Firenze ; scoppiata la settima solleva- *) Cfr. le soprascritte delle lettere nei Codd. di Monaco, Lipsia e Vienna (G. Voigt, Die Brief Sammlungen Petrarca’s u. d. Venetianische Staatskanzler Benintendi, München, 1882, Abhandl. d. k. bayer. Akademie d. W. Ili Cl. XVI Bd. Ili Abth. pag. 28-29; Bertalot, Un nuovo codice viennese ecc. pag. 79). Però la lettera a Rinaldo Orsini questi codd. la danno come scritta dal Dandolo. •) V. Lazzarini, Il testamento del Doge Andrea Dandolo (N. Arch. Veneto, N. S. t. VII, P. I, Venezia, 1904). 3) Cfr. Voigt, Die Briefsammlungen ecc. e V. Bellemo, La vita e i tempi di Benintendi De Ravagnani (N. Arch. Veneto, N. S. t. XXIII, P. 2, t. XXIV, P. I. Venezia, 1912).