PAOLO DE BERNARDO E I PRIMORDI DELL’UMANESIMO IN VENEZIA 65 mai entrato nell’amicizia di quel grande, come egli partecipasse a quella schiera d’amici che dovevano due anni dopo attirarlo in Venezia. Quando lo avra conosciuto ? Certo dovette essere anche qui il Benintendi ad avvicinarlo al poeta — che forse avrà visto nel-l’ambascieria del ’53 e più spesso in quelle corse a Venezia che il Petrarca doveva fare durante la sua dimora a Padova. Anche l’ultima annata, aveva diviso l’inverno tra Padova e Venezia: a Padova infatti lo credeva il De Bernardo, mentre era già partito per Milano. Il Nostro dunque seguiva la vita letteraria, che si accentrava nel Petrarca: e ne vediamo gli effetti nello stile sobrio e corretto della letterina. E doveva già aver incominciato a raccogliere le epistole del poeta, e una in risposta ne richiedeva per mezzo di Giacomino, con frase usata anche dal Benintendi (V. 14, ed. Bas.). Al Petrarca tendevano tutti gli amanti delle lettere : sempre più dovevano quindi estendersi le conoscenze del De Bernardo, nel campo dei notai e dei grammatici studiosi. Questo di Giacomino è un tipico esempio : « gratus et carus quamplurimum » a Paolo, si fa presentare per mezzo suo al poeta, che già doveva conoscerlo, approfittando di un suo viaggio a Milano. Dell’attività di questo Giacomino « Mantuanus origine, licet veronensis mora », non ci resta che un commento, l’unico commento non anonimo dei molti che ci sono pervenuti di Terenzio ; è a carattere parafrastico, compilato probabilmente con le glosse dei codici di Terenzio, dei quali molti dovette esaminarne. In esso dimostra una cultura modesta, quale era propria d’un grammatico del suo tempo 1). Questi non si deve confondere con Giacomino de’ Robazi da Parma, amico di Moggio e pure insegnante grammatica a Verona in questo periodo 2) ; non sappiamo quale dei due tuttavia sia quel maestro Giacomino che diresse un’epistola metrica ad Antonio del Gaio, minacciando vendetta per certa sua critica, alla quale rispose il Gaio servendosi burlescamente dei termini stessi di Giacomino, per combinare un dialogo e chiosarne il senso 3). Comunque, l’ami- *) Il commento si conserva nei codd. Ambrosiano F. 123 e Laurenziano 52, 24; rivelano l’autore le note del cod. di Reggio C 16, Ambrosiano A 33 inf. che portano il suo nome. Cfr. Sabbadini, Giacomino da Mantova ecc. -) C. Garibotto, / maestri di grammatica a Verona dal 200 a tutto il500. Verona s. a., pagg. 10-11. *) E. Levi, Francesco di Vannozzo ecc., pagg. [43-4 n. Biblioteca dell' « Archivum Romanicum » - Serie I. 5