134 LINO LAZZARINI de Amie. ; cita anche il Vangelo e Gerolamo (Epìst.). Oltre ad alcuni di questi, nelle glosse del Livio ricorda Sallustio, Esopo, Seneca l’Ottavia e un’altra tragedia, un testus juris. San Girolamo De temporibus, e trae una nota da Vegezio. Ma una parte ben singolare e importante della sua raccolta dovevano essere le circa cento epistole del Petrarca, messe insieme con tanto ardore, « che spesso, neglette, per non dire posposte, le opere degli altri illustri — il che sia detto con loro perdono — le tue sopratutto ho sospirato, e le ho ricercate per ogni dove affannosamente... da te, dagli amici qualche volta, spesso furtivamente, come avviene, anche da ignoti presso di me ». E non le voleva prestare, per quanto « questa avarizia dei libri e dello studio ho sempre detestata affatto ». E inoltre doveva possedere il proprio copialettere, con le risposte degli amici, fra le quali doveva essere particolarmente cara l’affettuosa e stilisticamente bella risposta del grande Poeta. Abbiamo già accennato del senso filologico del Nostro nella collazione del testo, e del senso estetico che alla trascrizione s’accompagnava : unico monumento superstite, ma bastevole, è la prima deca di Livio da lui esemplata fra il i° settembre 1388 e il 2 marzo del 1389, in Venezia, ora cod. lat. 5727 della Nazionale di Parigi. É un manoscritto cartaceo1) scritto su due colonne in una calli grafia gotica rotondeggiante con molta regolarità, ornato di bellissime alluminature della stessa epoca, che incorniciano con volute e sottili disegni floreali in bianco su fondo minio, verde, azzurro e oro le lettere iniziali dei singoli libri. Porta tracce di correzioni e di glosse di mano della fine del secolo XV ; nel foglio 106 verso è segnato un possessore : De Vulcob. Patavii 1592. Il testo, trascritto con le sue rubriche ad ogni capitolo in calligrafia più piccola2), presenta (oltre correzioni vere e proprie, aggiunte e cassature del trascrittore) un lavoro minuto e continuo di collazione, con numerosissime varianti, talvolta anche due di una stessa parola, poste *) Di cc. 4 bianche -f- 106 (numeratura posteriore) -f- 4 bianche, di cm. 41 X 29> scritte su due colonne (numerate originariamente fino alla 46a) di cm. 8,5 X 29> di righe 58 ciascheduna. Legatura mezza pelle r. dell’800. 2) Non sono del de B. Cfr. a c. 27, I col. : « De Capitolii recuperatione et morte Valerii Plebicole consulis. Rubrica». Sopra «morte»: « aliter nece ». I capitoletti corrispondono ai capitoli od ai paragrafi delle nostre edd. e sono per lo più di eguale lunghezza. Ne numera 94 pel L. I, 100 pel II, 113 pel III, 88 nel V, 79 nel V, 64 nel VI, 73 nel VII, 64 nell’Vili, 74 nel IX e 67 nel X.