PAOLO DE BERNARDO E I PRIMORDI DELL’UMANESIMO IN VENEZIA 85 degli abitanti, della vita. Marco Raffanelli gli aveva già risposto : ora toccava al de Bernardo, chiamato in causa. Ti lagni per questo? « Aliud est quod te torquet.... non habes offitium Iustinopoli, non alia, que quondam peculium auxere.... non locorum est morbus, sed noster, nam undecumque ad contemplationem celi honestarumque rerum libera via est ». Riconosceva qui nell’amico, quello che nelle lettere sue non vedeva o non voleva vedere, quando rifletteva nella tristezza delle cose le amarezze dell’animo e i disagi del corpo. Nel Novembre era a Treviso1), di dove probabilmente scriveva al Lanzenigo, come abbiamo visto (Ep. 24), che per mezzo del canonico Gasparino lo incitava a rispondere. Torna ai soliti lagni : «• vaco.... circa plebeia offitia plurimum exosa menti mee.... et, cum ad aliquam operam altioris negotii forte sit ingenium aptius, ociosus transeo etiam in labore.... ». Pure si sente quasi superiore anche alla sorte, e spera, quando sarà giunto alla vecchiaia, « quod vana fient michi quecumque vulgo magna videntur ». Non sarà mai come quei miserabili vecchi, che servono solo per empire il ventre ! Ma « numquam fortuna repperi nature mee concordem.... ». Nè la trovò l’anno successivo (1377), quando concorse alla Cancelleria di Treviso, e cadde in Senato, con pochissimi voti favorevoli8). Nel maggio dello stesso anno, avendo il vincitore rinunciato, ritentò la prova, ma anche questa volta riuscì l’unico avversario rimasto3). Questa seconda volta non si ripresentò Bernardo di Casalorcio, che la volta precedente era stato eletto dal Podestà, ma non confermato dal Senato. Forse allora prese quella decisione che al de Bernardo spiaceva non gli fosse stata comunicata : « relieta ripa Sileris, petiisse Timavum » (Ep. 25) ; rimaneva senza l’amico e con poca speranza di poter passare insieme la vita : « propositum meum et fortunam apud istos adversam, ut concipio, bene nosti ». E con lui stretta era l’amicizia, se, probabilmente verso il ’75, quand’era *) A. S. V. Testamenti Paolo de Bernardo, b. 415 (1375, 27 novembre. Test.0 di Francescano del fu Sergio da Castropola « civis Veneciarum nunc habitator Tarvisii.... dispositus ire ad partes Ystrie.... Item dimitto Paulo de Bernardo notario huius testamenti prò suo labore et amore quem habeo ad ipsum libras XXV parvorum »). Fraticeschino era della famiglia che fu signora di Pola. 2) A. S. V. Senato Misti, 35, c. 161 v. 3) Ibid. 36, c. 10.