124 LINO LAZZAR1NI Eppure ora, fra tante sventure d’Italia, la più grande è forse il veder gli uomini proni al guadagno e distolti dallo studio : « Venezia, madre nostra, pur avendo in passato avuti molti trionfi degni di lode e azioni degne di memoria, dei quali rimangono a testimonianza i popoli soggiogati per terra e per mare, le città e le isole.... tuttavia nessuno fatica la penna! » Aspettai molto, e sopratutto ora che è finita la guerra, « non col Comune e col Signore di Padova.... (questo infatti sarebbe abbastanza poco !).... ma col re d’Ungheria, fra i Re cristiani per dominio, riputazione e fama il più grande.... coi duchi d’Austria:» e facemmo prigioniero il Voivoda Stefano. E qui il Natali ricorda con tutto l’orgoglio che gli derivava dalla parentela « memorandum militem dominum Petrum de la Fontana », il vincitore del Voivoda, « il quale duce dell’esercito e dovendo combattere coi nemici, saltò da cavallo e a tutti protestò che, se qualche viltà in lui vedessero qualora esitasse, in lui volgessero quelle spade che avrebbero ritirate dai nemici ». Era morto il valoroso (« quod naturaliter accidisse non dubito, quamquam omnis culpa bastitis attribuatur ; namque viguit epidemia.... »). Ma non è morto, se ne vive la fama. Di una guerra dunque condotta con giustizia e valore e terminata con una pace cristiana, si perderà il ricordo ? Non sono da tanto, e poi sarebbe inutile, e poi ci sono fatti maggiori e più gloriosi e più giusti — risponderà il de Bernardo. Così l’amico si metteva forse dalla parte di quegli « oblocutores » di cui si lagnava il Natali ; infatti rispondeva il de Bernardo : di queste passioni di parte ce ne sono anche presso gli dei : per me « quicquid sentias, ego a te prorsus dissentio». Si trattava forse di malcontento verso la classe dei nobili, il cui partito era rimasto prevalente nella condotta della guerra1); e così anche in questo vediamo quel distacco tra i due uomini, che amore alle lettere univa d’affettuosa amicizia. Anche Giangirolamo, come il fratello, compose un poemetto in terza rima: è a lui infatti che ora si attribuisce la Leandreide *) 1) Cfr. Massèra, op. cit., pag. 197 n. Ricordiamo che fra gli arrestati nel maggio ’73 per intelligenze col Carrarese c’era un Pietro de Bernardo. Cfr. V. Lazzarini, Storie vecchie e nuove di Francesco il Vecchio da Carrara. (N. Arch. Veneto, X, P. II, pag. 235 sgg.). 2) Pel testo V. Poesie di mille autori intorno a Dante Alighieri raccolte da C. Del Balzo, II, Roma, 1890, pagg. 257-456 ; pel commento V. Della