PAOLO DE BERNARDO E I PRIMORDI DELL’UMANESIMO IN VENEZIA 25 Venezia, il Petrarca l’aveva vista già quand’era a studiare in Bologna, col precettore *) ; nel periodo ’4g-’50 dovette aver frequenti rapporti con essa da Padova *) ; da qualche tempo datava anche la sua amicizia col Doge. La prima testimonianza di questa amicizia è nella lettera all’ Accursio (F VIII, 5), dove lo invita a veder Padova e la « mirabilissima città di Venezia ed il suo Doge illustre, che per onore dev’essere anche nominato, Andrea » 3); amicizia che fece nascere una corrispondenza di carattere anche intimo : pur durante la guerra con Genova, fra le lettere suasorie alla pace, il Poeta risponde al Dandolo, che aveva acutamente osservato quel suo bisogno continuo di cangiar dimora. « Io so che tu fai le meraviglie, e già tacendo io sospettavalo, di questo mio vagar continuo di luogo in luogo.... te lo spiegherò.... perchè ti sento così affezionato e ho conosciuto quella tua mansuetudine a porgere spesso orecchio, benché occupato, ai discorsi anche di umili amici...... Lo star fermi è spesso pigrizia; molti grandi uomini viaggiavano : anche tu ti sei messo tranquillo dopo avere conosciuto molti luoghi : io speravo di imparare più presto; ora però ho bisogno di pace, e non c’è luogo adatto: pure mutandolo, siccome nuovo, riesce a parermi men duro. Con la ragione conviene frenarsi : pure « dulce laboriosumque nescio quid habet ista curiositas provincias atnbiendi : una autem sede *) Senili libro X Ep. 2. Probabilmente sedicenne, nel 1321 (Cfr. Foresti, Quando il P. andò allo studio in Bologna ecc. in Archiginnasio, XVII, 1922, pagg. 205 sgg. e Aneddoti della vita di F. P., Brescia, 1928, pagg. 20 sgg.). Citerò senz’altre indicazioni le Familiari (F) e le Varie (V) dal testo del Fracas-setti : F. Petrarcae Epistolae de rebus familiaribus et variae (Firenze, 1859-63), le Senili (S) e alcune delle Varie dall’ed. dell’ Opera Omnia di Basilea, 1581. Per la traduzione si tenne presente quella del Fracassetti (Lettere di F. P. Firenze, 1863-7. Lettere Senili di F. P., ibid. 1869-70) 2) A. Foresti, Per la storia dei rapporti del Petrarca con Venezia (Archivio Veneto-Tridentino, X. Venezia, 1926, pagg. 192-94). Intorno al ’50 (Ep. metr. III, 8, 23) e in seguito (F XXIII 16, S. IX 1) Petrarca chiama Venezia « mundus alter» (Foresti, Aneddoti, ecc. pagg. 210 e 211 n.). 3) È del 19 maggio ’49; nella redazione extravagante (cfr. Epistolae ecc., Ili, pag. 529) c’é questo passo significativo, poi soppresso: « .... qui et ipse de illorum numero esse non erubuit qui nescio quo falso nomine decepti me ante omnes quidem conspexerunt et dilexerunt». Nel ’52 (F XIV 5) diceva del Dandolo : « Cui et notior sum et memor tunc eram. » — riferendosi alla F XI 8.